1. Il piacere a cui non puoi dire di no.


    Data: 29/12/2022, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Autore: Porporagirl, Fonte: RaccontiMilu

    Era notte ormai, io chiusa in una stanza aspettavo le volontà del mio padrone. Mi aveva lasciata li, completamente nuda a parte una benda nera sugli occhi e i polsi legati tra loro grazie a una corda ben stretta. A lui piace che io mi senta vulnerabile. Non sapevo cosa potesse avere in mente, ha fama di una spiccata fantasia, e io più attendevo e più l ansia cresceva insieme a un misto di eccitazione.
    
    Finalmente sentii aprire una porta, ma non sapevo se fosse il mio padrone o uno dei prescelti dildo a due zampe con cui spesso mi condivide per farmi sentire ancora più sporca. Con un tono rauco e severo sentii pronunciare queste parole: ” Per questa ora signorina lei sarà la mia puttana, il suo padrone l ha concessa a me con delle regole che ben sa, veda di non deluderlo”.
    
    A quel punto fu chiaro che era uno dei suoi prescelti. In un istante, mi prese dalle mani mi fece alzare in piedi facendomi piegare in avanti appoggiandomi con i gomiti a un tavolo, sentii le sue mani scorrermi dalle caviglie fino a toccarmi li dove ero già calda e bagnata, a quel punto disse: ” Allora è come mi diceva il suo padrone, è proprio una sgualdrinella, è bagnata di eccitazione solo per averla sfiorata” . Io restai in silenzio umiliata da un uomo che non avevo neanche idea di che occhi avesse. Si abbassò per succhiarmi delicatamente il clitoride e io già ero catapultata in un altro mondo, cercando di trattenere l eccitazione che sapevo di non poter lasciare andare.
    
    Le regole del mio ...
    ... padrone erano chiare, non potevo permettermi di godere fino all orgasmo se non sotto il suo espresso volere, e soprattutto mai in mano di altri per quanto scelti da lui.
    
    Cercavo di fare del mio meglio nel trattenermi quando lui staccandosi da me sentii penetrarmi a fondo dalla sua erezione, come se anche lui non riuscisse a trattenere la voglia di sprofondare in me. Dopo alcuni colpi violenti si staccò e mi lasciò li frustrata dalla voglia di godere e di tenerlo dentro di me, sento con una mano stringermi i capelli sulla nuca e spigermi fino in gola il suo cazzo bagnato di me, e disse: “Senti il gusto della tua eccitazione, sei una puttana, succhiamelo bene o sarò costretto a sculacciarti”. Fu in quel momento che mi vine un conato per avermelo spinto troppo a fondo, e io sapevo che era il giusto pretesto per punirmi. Mi diede 6 sculacciate, le contai, all’ inizio più leggere per arrivare all’ ultima che dai segni rimasti il mio padrone avrebbe assolutamente notato.
    
    Finita la punizione, mi fece alzare in piedi fissando i miei polsi su un gancio sopra la mia testa per mettermi alla prova, con le sue dita sul clitoride mi faceva impazzire, mi faceva arrivare al limite per poi prendere delle brevi pause in cui si concentrava sul mio seno mordendo e succhiando i miei capezzoli facendoli diventare turgidi e doloranti. Riuscii a trattenere l orgasmo anche in quel caso fino a quando mi liberò dal gancio e mi fece mettere per terra a quattro zampe, mi infilò un oggetto con una forma ...
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