1. Il Tacco Rotto


    Data: 07/12/2022, Categorie: Feticismo Autore: Luthien, Fonte: EroticiRacconti

    Il tacco rotto
    
    Con quel caldo micidiale i sampietrini roventi della piazzetta assolata sembravano ondeggiare in un liquido tremolio. Dall’interno della bottega, nascosto nella frescura dell’aria condizionata, Il Signor Alberto divideva i suoi sguardi tra il libro, che teneva fra le mani dalla pelle grinzosa e incartapecorita, e la vetrina, per scorgere qualche segno di vita al di là del vetro, senza troppe speranze: troppo afoso quel pomeriggio di fine luglio perché qualcuno decidesse di affrontare la canicola per venire a farsi risuolare le scarpe.
    
    Mentre si concentrava su un passaggio particolarmente interessante, carezzandosi con una mano la barba ormai più sale che pepe, sentì il tintinnio del campanellino appeso sulla porta, che avvertiva dell’ingresso di un cliente: alzò lo sguardo dalla lettura e si preparò all’usuale cortese saluto, ma prima che il “Buongiorno” uscisse dalle sue labbra, il suo cuore ebbe un tuffo.
    
    Lunghi capelli ondulati, neri come la notte, incorniciavano, leggermente appiccicati alla pelle accaldata, un viso dall’ovale perfetto su cui sbocciava una bocca rossa e morbida, che si aprì in un sorriso dai denti bianchissimi. Il leggero vestito, nero con grandi fiori rossi, si apriva a corolla su un paio di gambe abbronzate e nervose, che terminavano in due piedini fasciati da sandali con tacco vertiginoso. La donna fece un primo passo, leggermente zoppicante, in direzione del bancone.
    
    - Chiedo scusa, potrebbe aiutarmi? Ho messo un piede in ...
    ... fallo nel selciato e mi si è rotto un tacco. Non riesco proprio a camminare, con questo caldo poi… credo mi si stia gonfiando la caviglia…
    
    Con uno scatto il vecchio gli si pose di fianco, porgendole cavallerescamente il braccio e scortandola verso l’unica poltroncina, una vecchia Vanity Fair in cuoio marrone leggermente consunta, posta in un angolo del laboratorio, e dopo una breve occhiata intorno a sé, avvicinò il piccolo pouf che usava fare da poggiapiedi alla signora in nero.
    
    - Prego, signora, poggi pure il piede qui sopra, lo tenga un po’ sollevato mentre le prendo qualcosa per la caviglia.
    
    Il suo profumo, una delicata miscela di rosa, ambra e miele, gli invase le narici, provocandogli un vago stordimento, mentre posizionava il poggiapiedi proprio davanti a quella meravigliosa creatura.
    
    Alberto volò verso il retrobottega, fortunatamente nel frigobar teneva sempre un sacchetto del ghiaccio pronto per qualsiasi evenienza, gli era capitato spesso di doverne fare uso per un piccolo strappo, o una contusione, maneggiare pacchi alla sua età stava diventando uno sport estremo.
    
    Al suo ritorno la visione della donna, ancora accaldata, che sventolava delicatamente con dita sottili l’orlo della gonna per farsi aria al viso, mostrando qualche centimetro di pelle serica delle cosce abbronzate, il piedino affusolato poggiato sul pouf, avvolto nelle sottili stringhe del sandalo, dalla pelle levigata e abbronzata, lo inchiodò per un attimo, trascinandolo all’improvviso in ...
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