1. Perdiamoci di vista


    Data: 05/12/2022, Categorie: Etero Autore: fabioGT, Fonte: EroticiRacconti

    ... catégorie" rispetto a me. Lei una dea giunonica e voluttuosa, io un manico di scopa bieco e malvestito. Così fu lei a raggiungere me.
    
    Capelli corvini che lambivano metà schiena, lisci, di un nero chiaramente naturale. Ampi occhiali da sole per proteggersi dal riverbero serale di metà giugno, labbra piene, ambrate e peccaminose, mento delicato e volitivo. Minigonna nera e tacchi alti delimitavano due gambe abbronzate e ben tornite, che avrebbero meritato ben più disamina da parte mia, senonché...
    
    Senonché tutta la mia attenzione convergette verso la parte alta della sua camicetta bianca. I tre bottoni superiori erano aperti, e lasciavano intravedere i bordi neri di un reggiseno di notevole dimensione. Ne occorreva uno capiente, poiché Sofia deteneva "veramente" un seno fuori dal comune, qualcosa che solo nelle più ardite fantasie di un adolescente infoiato era possibile reperire. Me ne innamorai a prima vista, così all'istante, e solo per averne inquadrato la forma ben delineata lungo le pieghe della camicetta.
    
    "Ciao", fu la prima parola che udii pronunciare da quella bocca da statua greca. "Piacere, Sofia", aggiunse tendendomi la mano e sfoderando un sorriso radioso ma anche lievemente teso. Mi scrutava dal basso verso l'alto, visto che, tacchi compresi, toccava il metro e settanta, contro il mio metro e ottantatré. Tardai un momento a stringergliela e a replicare. Era più bella la voce melodiosa e sensuale, oppure quel sorriso radioso e mediterraneo? Forse ...
    ... entrambi, perché no. Mica bisogna scegliere per forza, giusto? Non ho memoria alcuna dei tre minuti successivi, impiegati a registrarci alla reception, salire una rampa di scale e prendere possesso di una stanza della quale ho smarrito ogni dettaglio.
    
    So solo che dovetti ricorrere a un notevole sforzo di volontà per non strapparle la camicetta di dosso, l'unica che aveva, dato che entrambi eravamo senza bagagli- Per lei sarebbe stato un bel problema tornare a casa con gli indumenti a brandelli, a corto di plausibili spiegazioni. Così imbrigliai i bollenti spiriti giusto il tempo di sbottonarla e aiutarla a levarsela. Dopodiché mi si presentò uno spettacolo che auguro a chiunque, almeno una volta nella vita, di assistere di persona.
    
    Cazzo, che davanzale, ragazzi! E i bordi in pizzo, rigorosamente nero! Roba da mandare fuori di matto una mummia egizia. E come modellava quelle tettone, poi! Un capolavoro. Quasi un peccato sgravarle da quel fantastico sostegno, ma ancor più grave sarebbe stato non farlo. Non saprei dire quanto tempo le fissai ipnotizzato; il resto dell'universo non esisteva più, se mai fosse esistito. C'ero io e "loro", nient'altro. Per quanto mi riguardava, se in quel frangente fosse deflagrata una bomba atomica sotto il mio culo, beh, sarei stato l'ultimo ad avvedermene.
    
    Sulle prima Sofia si gondolò di fronte all'ennesima conquista che il suo paio di mammellone aveva ottenuto, ma con passare dei secondi, e poi dei minuti, si persuase che il passo successivo ...
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