1. Mary, la giovane fruttivendola – Pt. 1


    Data: 09/11/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: specchioriflettente, Fonte: RaccontiMilu

    Mary ha vent’anni e lavora da qualche mese nell’ortofrutta gestito dai suoi genitori proprio sotto casa mia. La spoglio con gli occhi ogni volta che la incontro. E’ una dea, o forse un angelo, con quei lunghi capelli biondi, gli occhi color ghiaccio, il naso all’insù e la pelle chiara. Supera a malapena il metro e sessanta, è magra, con le gambe affusolate e una quasi terza di seno perfettamente in armonia col resto del corpo, che muove sinuosa e sbarazzina. Quando è di spalle, mi perdo immaginandomi nel suo culo ancheggiante.
    
    Chissà com’è il suo viso, chissà come sono le sue labbra. Me lo chiedo incessantemente perché le mascherine ormai ci mostrano soltanto gli occhi degli altri. Mi faccio bastare questo allora e la fisso ogni volta che posso, essendo cliente del negozio. Noto con piacere che anche lei cerca spesso il mio sguardo. Questo scambio di sguardi non fa altro che accrescere in me il desiderio di toccarla, baciarla e possederla. Non mi importa se ha quindici anni meno di me. E’ il mio chiodo fisso e devo provarci in qualche modo.
    
    L’occasione si presenta una mattina, quando con la scusa di essere impossibilitato a scendere, chiedo al papà tramite messaggio se è possibile ricevere la spesa a domicilio. E’ un servizio che offrono da un po’ e provo quindi a sfruttarlo per provarci con Mary. Un po’ per il caldo, un po’ perché sono a casa, non indosso nulla di particolare: sono in pantaloncino e canotta e aspetto, speranzoso, innanzitutto che la spesa possa ...
    ... essermi recapitata e, soprattutto, che a farlo sia proprio Mary. I miei desideri vengono esauditi poco dopo la mia richiesta, quando ottengo la conferma tramite messaggio e subito dopo sento il citofono suonare, vedendo la mia musa in telecamera.
    
    Iindossa una t-shirt bianca che contiene armonicamente le sue forme e lascia che al di sotto si intraveda un reggiseno nero. Mi eccito alla sola idea che lei stia per salire, quindi apro il portone e le indico il piano, da fare a piedi perché l’ascensore è in manutenzione. Mi affaccio alla porta e la sento salire le scale, finché non la vendo imboccare l’ultima rampa. E’ bella come sempre ed oggi forse di più, perché ha le gambe scoperte dagli shorts, così come l’ombellico. Porta due bustoni quasi grandi quanto lei. Evidentemente ha più consegne da dover fare. Le vado incontro per aiutarla, allorché vedendola visibilmente affannata, le offro un bicchiere d’acqua.
    
    Spero che accetti per poterla ricevere in casa. Mi dice di non preoccuparmi ma insisto, anche perché il denaro per pagarla è in casa. Lo faccio parlandole dolcemente, tenendo il mio sguardo incollato ai suoi occhi, staccandolo soltanto per scrutare ammirato il resto del suo corpo. Lei lo nota, ancora una volta, è accetta lapidariamente di entrare. Muove i suoi passi in silenzio, guardando sempre dritto sicura di sé. Arriviamo in cucina e le verso un bicchiere d’acqua fredda. Nel porgerglielo le nostre mani si sfiorano. Lei avvicina il bicchiere alle labbra, si abbasse la ...
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