1. quell’incontro tanto desiderato (cap 2/4)


    Data: 10/10/2022, Categorie: Erotici Racconti Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: minisorge, Fonte: RaccontiMilu

    Entrammo in questo bell’ albergo del centro. “è pronto il nostro tavolo?” chiese Daniele appena entrammo. “Si signor Mancini, potete accomodarvi”. Per la prima volta venivo a conoscenza del suo cognome! Seduti al tavolo inizia ad osservarlo bene. Daniele era un bell’uomo sulla quarantina, alto, robusto, con delle spalle davvero possenti. Era moro con dei bellissimi occhi verdi, ed era elegante con quella sua camicia bianca e la cravatta blu, come i suoi pantaloni. Ordinammo e mangiammo, appena finito mi disse con autorevolezza “Ora va in bagno, togli le mutande e lasciale in bella vista sul water e poi torna qui.” Mi alzai, e forse solo per mia suggestione, sentii gli sguardi su di me, novità per me che di solito passo abbastanza inosservata. Sono 160, ho gli occhi castani e i capelli mogano, sono rotondetta e l’unica cosa che fa girare gli uomini a guardarmi sono le mie tette, ho una 6!
    
    Arrivata in bagno tolsi gli slip, ma per timore che entrasse qualcuno subito dopo di me , li accartocciai in un angolo ed uscii in fretta, ma dietro la porta trovai Daniele “tu va a sederti, che io devo controllare se stavolta hai obbedito”, feci no con la testa, ma ormai non potevo far molto quindi tornai a sedermi. Poco dopo arrivò Daniele che aprendo la mano sul tavolo fece cadere le mie mutande che prontamente io presi e infilai in borsa. “Anche stavolta non sei stata obbediente, si vede che tuo marito ti lascia troppo libera, avresti bisogno di qualche strigliata , mi hai fatto ...
    ... arrabbiare, il dolce lo mangeremo in camera” mi afferrò per un polso e si fece seguire. La camera era al terzo piano, in ascensore spinta da non so quale coraggio mi avvicinai per baciarlo, ci baciammo, appena arrivati in camera mi buttò sul letto a pancia in giù, mi bacio il collo , le spalle, mi accarezzò, ma dopo poco sentii freddo al collo, mi aveva poggiato qualcosa di freddo, appena realizzai mi accorsi che era una specie di collare di metallo, con un gancio davanti e uno dietro al quale era collegato un guinzaglio . “Spogliati e mettiti in ginocchio vicino la porta e aspettami li, io vado in doccia”
    
    Lo feci, lo aspettai per circa 15 minuti, in ginocchio, vicino la porta, con le gambe che mi facevano male, ma non volevo deluderlo ancora. Uscì dal bagno nudo e visibilmente eccitato, allora non ero l’unica ad esserlo pensai. “Vedo che stavolta sei stata obbediente, ma io non dimentico e devi ancora scontare quello di prima” e si andò a sedere alla scrivania, “cammina come una cagna e vieni qui” andai, e lui legò il guinzaglio alla gamba del tavolo e subito mi colpì con una manata sul culo “Oh mi fai male Daniele, fa più piano!”. Per risposta mi diede un altra sculacciata, stavolta più forte tanto da sentite nitidamente la fede sulla mia chiappa. “Daniele non esiste, ti ho detto che devi chiamarmi Maestro in questo momento, e non esiste nemmeno il fai più piano”. Dal cassetto prese un frustino di quelli per cavalli, “Facendo un breve calcolo, per non avermi obbedito, dal ...
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