1. Guardia del corpo


    Data: 27/09/2022, Categorie: Lesbo Autore: Adelina69, Fonte: EroticiRacconti

    Nonostante esteriormente sia molto femminile, alta, slanciata, seno sodo, culo quasi perfetto,cosce lisce e tornite, pelle fine e vellutata, dentro mi sono sempre sentita un maschiaccio rozzo e impertinente. Fin da piccola, il mio aspetto stonava con i giochi e le stravaganze in cui mi cimentavo.
    
    Mia madre era disperata, non comprendeva il motivo per cui una bimba apparentemente dolce e delicata, bionda con gli occhi azzurri, volesse fare solo giochi, e avesse comportamenti, simili a quelli dei maschiacci con cui faceva sempre comunella.
    
    Invece delle bambole e delle pentoline, volevo pistole, automobiline telecomandate, scatole con dentro arnesi finti, martelli e cacciaviti.
    
    La povera donna rassegnata mi accontentava, anche quando invece di andare a danza o a ginnastica ritmica, optai per il calcio e il karatè.
    
    Crebbi tranquilla e felice, vestita spesso da maschietto, anche se nelle riunioni ufficiali, la mamma non transigeva, mi acconciava da signorina, con vestiti colorati, che mi costringeva ad acquistare e poi ad indossare. Mi sentivo un po’ cretina con quegli abiti, e non vedevo l’ora di tornare a casa, con i miei calzoncini corti e le magline dei miei idoli del calcio, oppure d’inverno le felpe colorate con il cappuccio e i jeans sdruciti e consumati.
    
    Poi superata la pubertà e iniziata l’adolescenza, mi resi conto che, quel mio sentirsi calamitata da giochi e atteggiamenti maschili, era proprio dovuto al fatto, di essere un maschio, con le fattezze ...
    ... e i genitali di una bellissima ragazza, e inevitabilmente, come qualsiasi maschio che si rispetti, ero attratta dal sesso femminile.
    
    Iniziai a frequentare le ragazze, mantenendo con i ragazzi solo rapporti camerateschi, molti di loro avrebbero voluto approcci di natura sessuale, e ai miei rifiuti si creava una sorta di attrito, non comprendevano bene come mai non volessi nessuno di loro.
    
    Mi rimasero solo due o tre vecchi amici d’infanzia, che mi consideravano una di loro, quella con cui ci si arrampicava sugli alberi, e si dava la caccia alle lucertole.
    
    Nell’ambiente degli sport femminili, soprattutto quelli ad alta valenza maschile, come il calcio e le arti marziali, non è difficile incontrare ragazze con più o meno nascoste tendenze omosessuali, per cui le mie prime storielle presero il via e si svilupparono in quegli ambiti.
    
    Ogni tanto portavo a casa una compagna di squadra, o qualche avversaria di un incontro di karatè.
    
    Mio padre che è un ingenuo matricolato, mi osservava rassicurato, nessun maschio mi ronzava intorno,non correvo il rischio di tornare a casa ingravidata.
    
    Mia madre invece, che si era sempre preoccupata dei miei strani atteggiamenti fin da bambina, mi guardava sospettosa, cercando di carpire qualche atteggiamento lascivo, qualunque cosa potesse confermarle la certezza, che non le avrei mai regalato un nipotino, avrebbe potuto rassegnarsi in santa pace. Ma eravamo ancora poco più che bambine, ci confessavamo di essere attratte dalle ...
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