1. FACCIO MARCHETTE, MI PIACE E GUADAGNO BENE


    Data: 14/10/2017, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Sensazioni Autore: chiodino, Fonte: RaccontiMilu

    FACCIO MARCHETTE. MI PIACE, E GUADAGNO BENE.
    
    Buona famiglia borghese ed almeno benestante, uno dei più famosi licei classici della città e tutto il resto.
    
    Uno splendido sabato pomeriggio la gita in bicicletta, era tardi ed ho bucato. Andate voi, io non ho problemi. Non c’ è neppure la cameriera a casa, no, neppure qualcuno da avvisare, andate, grazie, vi vediamo lunedì a scuola. Poco indietro c’era una vecchia cascina con l’ insegna di un ciclista, avrei provato li. Il ciclista c’ era e mi ha riparata la gomma, ma doveva assolutamente andare altrimenti perdeva la corriera ed era l’ ultima. Io per un’ ora non potevo partire. Farebbe si e no un chilometro signorina, il mastice deve asciugare. Sul retro della cascina in disuso c’era una tettoia e mi mi ci son messa sotto a mangiare il panino portato per merenda e rimasto intatto. Stava facendo buio ma ero tranquilla, poi un rumore improvviso. Un uomo si avvicinava con il feltro che gli copriva il viso. Mentre mi alzavo senza essere minimamente preoccupata, un altro rumore dietro di me. Mi hanno presa, legata ed imbavagliata, portandomi poi su per una scala. Il resto potete immaginarlo da soli. No? Va bene. Erano quattro uomini, la unica cosa certa della loro identità è che parlavano un perfetto italiano di qui, di Milano e dintorni. Imbavagliata e bendata da subito, tenuta ferma, pur lottando terrorizzata ho potuto fare ben poco. Solo una cosa. Papà commerciava in stoffe e so riconoscere al tatto ancora adesso una lanetta ...
    ... mezzo peso eccellente da stoffe meno pregiate. Almeno un paio di loro indossavano abiti confezionati con simili stoffe molto costose. Un paio perchè nel frattempo ero rimasta nuda e delle corde che immaginavo lerce mi tenevano stesa tra i pali a gambe divaricate oscenamente. Assurdamente la sporcizia di quelle corde è la cosa che ancora oggi mi fa più schifo. A questo punto, per quanto molto giovane ero grande abbastanza per sapere cosa stesse per succedere. Ero anche stranamente lucida. Mi accorsi per esempio che dopo i primi momenti concitati parlavano pochissimo e che non avevo sentito nessun nome. Il primo mi venne sopra. Avevano discusso e tirato a sorte, sempre però bisbigliando e troppo distanti. Mi toccò i seni strizzandoli lungo e facendomi rabbrividire, ma, assurdamente pensai potesse essere il fresco della notte incipiente. Poi, sempre lo stesso mi sfregò il coso sulla fessura e rise, dai, disse piano una voce, sbrigati che anche noi abbiamo voglia di farcela. Un colpo doloroso ma non quel dolore, aveva sbagliato mira, ma non sbagliò mira poi. Un dolore acuto ma breve. -Cazzo se è stretta.- Cosa pensavi, che una così fosse come le puttane da due soldi del casino? Poi fece quel che voleva, ma non mi faceva più male neppure quando usciva per poi rientrare nel mio corpo. Mi sembrava ci giocasse. Non mi resi conto che stava eiaculando. Fece altrettanto i suoi comodi il secondo, poi il terzo e l’ ultimo ma nessuno mi fece troppo male. Ero ancora presente a me stessa. Un ...
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