1. L'attimo sospeso


    Data: 23/09/2022, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... respiro.
    
    La lingua ferma, calda sull'epicentro del sisma, in mezzo al gelo siderale.
    
    Le dita che mi entrano nel culo.
    
    Bagnato, fradicio delle secrezioni vaginali.
    
    Entrano dentro e mi sollevano.
    
    E quello che doveva essere un orgasmo sospeso, diventa l'esplosione di una supernova.
    
    Al rallentatore, come un fisico esperto di particelle subatomiche sa descrivere i primi centesimi di secondo del big bang. Un tempo di pochi millesimi, dilatato in un lasso di tempo di un giorno.
    
    L'orgasmo si potenzia, si colma, si riempie.
    
    Trattengo il respiro per quattro o cinque ore, la schiena si inarca ancora, quasi a spezzarsi.
    
    La bocca si spalanca, muta, esangue, il petto sporge, il seno vuole esplodere.
    
    La lingua sul clito scivola con la lentezza di un ghiacciaio nel suo alveo secolare.
    
    Le dita nel culo mi risalgono fino in gola.
    
    L'attimo sospeso, cristallizzato.
    
    Come la pellicola cinematografica che si scioglie, ferma davanti alla lampada per la proiezione deformando l'immagine immobile, storpiandola, macchiandola di colori forti e contrastati.
    
    Un urlo violento, un urlo selvaggio, inumano, mi squarcia il petto.
    
    Un urlo roco, un gorgoglio prolungato, animale.
    
    Afferro la testa di Annalisa e me ...
    ... la spiaccico fra le cosce, come a volerla fagocitare nelle mie interiora. Le pianto le unghie nel cuoio capelluto, le tiro i capelli fino a sentirla gemere di dolore.
    
    Rantolo e ansimo come un animale morente, trafitto da una spada in pieno petto.
    
    Un urlo, un ruggito, un lamento bestiale.
    
    Un sospiro lungo come la storia dell'umanità.
    
    Mi ritrovo a piangere, con questa ragazza stretta tra le cosce che ancora muove la sua lingua come un pesce nella rete, tirato a secco, che gradualmente esala la sua energia vitale e si spegne.
    
    Annalisa risale dalle mie cosce lungo il mio ventre, come una lenta marea che riconquista la rena. Mi soggioga i seni, approda al mio collo ed alle mie labbra.
    
    La sua lingua invoca rifugio nella mia bocca, come un cucciolo spaventato in cerca della madre.
    
    Mi risolleva dallo stato catatonico in cui sono scivolata.
    
    Mi risucchia dall'oblio in cui la mia anima ha trovato dimora.
    
    Quando ricomincio a respirare la mia mano si fa guidare dalla sua spina dorsale, come un cieco lungo un sentiero di Braille, fino ad insinuarsi tra i suoi glutei, a caccia di un nido in cui nascondersi.
    
    Ora tocca a lei a godere.
    
    Domani.
    
    Oh, sì, domani!
    
    Domani la sua anima sguazzerà tra le mie dita. 
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