1. Domenica di Ferragosto


    Data: 04/09/2022, Categorie: Feticismo Autore: Hermann Morr, Fonte: EroticiRacconti

    ... grigliare a soli cinque euri, che faccio, lascio li? L'ho presa, ho preso anche due bottiglie di Asahi e la sera abbiamo fatto fuori tutto, anche la luganega cotta nell'aceto col finocchietto e la menta.
    
    La notte era quasi fresca e si è portata la sedia sul balcone, con i piedi nudi appoggiati più in alto, sulla ringhiera.
    
    Io anche ero a piedi nudi, secondo lei li ho più belli, più fini dice. E pensavo a ER, a quelli che ci scrivono sopra i racconti, cosa avrebbero dato per un attimo così.
    
    E anche sabato sera, calato il sole ci siamo seduti su una panchina del piazzale a mangiare una fetta di melone. Io seduto sulla panchina, lei sullo schienale, per cui se mi giravo mi trovavo a parlare col suo piede, che sarebbe bastato allungare la lingua per toccarlo.
    
    E aveva questo sandalo a ciabatta senza laccetto dietro, penzolante, e mi tornava in mente Samas, il suo racconto Dangling.
    
    Sotto il sole ho attraversato il ponte, il parco giochi era ancora li come sempre, questa volta sono anche sceso nel greto, si anche le materassine scassate erano ancora li sotto l'arcata, sono tornato di sopra per non disturbare. E visto che non c'era nessuno mi sono seduto sull'altalena, che è stato ...
    ... come mettere il sedere su di una bistecchiera, anche perchè sotto non tengo biancheria.
    
    Ho imparato che per guidare l'altalena bastano pochi movimenti delle gambe, il resto è immobile, sembra che faccia tutto da sola, ma posso dare l'ampiezza, la velocità, le deviazioni di lato, e come sempre ho avuto un momento di tempo sospeso, si potrebbe dire un presente assoluto in cui il futuro non esiste e di conseguenza niente ha importanza. Niente.
    
    Bisogna anche dire che quando avevo otto anni non pesavo cento chili e la catena non scricchiolava in quella maniera preoccupante.
    
    Mi sono fermato, per la paura che si rompesse, per la paura che qualcuno mi vedesse, altra vergogna per aver rinunciato così presto a quel momento di grazia, mi sono rimesso in viaggio verso casa. C'erano banchi di pesciolini nella poca acqua del torrente, anche un paio di più grossi, stranamente non si vedevano uccelli invece.
    
    Sono di nuovo a casa, tutto quel che ho fatto e visto appartiene già al passato, ma ne voglio di più, voglio più luce, il sole batte direttamente sul balcone adesso. A braccia e gambe larghe, occhi chiusi, ignoro il sudore a goccioloni e conto fino a venti.
    
    Per oggi posso tornare nell'ombra. 
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