1. La marchesa di colfiorito - 2


    Data: 05/08/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... a sedersi sul suo grembo, lui aveva raggiunto l’apice e gli era venuto dentro con grido lacerante. Il marchese aveva accolto quell’orgasmo con un sospiro soddisfatto e stretto lo sfintere, quasi volesse mungere quel grosso capezzolo stillante denso seme.
    
    Con suo grande stupore, Rodolfo non si era mosso, era rimasto lì col suo sesso ancora dentro: lo fissava con un sorriso estatico e gli carezzava dolcemente il petto con le mani.
    
    Sul momento, non aveva realizzato quanto era successo: aveva inculato il suo signore, questo gli era chiaro, ma non riusciva a capacitarsene. Solo qualche ora prima si chiedeva come avrebbe reagito se l’altro ci avesse provato con lui: adesso era successo e lui come avrebbe reagito? Ma cosa c’era da reagire? Il suo mondo era sconvolto, le sue certezze si erano capovolte, non esistevano più… ma non aveva niente da reagire, lui stesso lo aveva accettato, lo aveva desiderato… e lo desiderava ancora.
    
    Da quel giorno i due erano diventati amanti. La notte dividevano il letto, ma facevano l’amore in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, pur che ce ne fosse l’opportunità. E ben presto Tommaso aveva scoperto che non era solo l’ansia di godere che lo faceva fremere alla vista dell’amante: era qualcosa di più profondo,
    
    forse la stessa di cui parlano i poeti nei loro versi, per le loro donne.
    
    Fu questa consapevolezza a legarlo ancora di più a Rodolfo: lo amava, non se lo erano mai detti, ma da tutto, dai gesti, dalle parole, dal trasporto con ...
    ... cui si amavano, da tutto traspariva il sentimento profondo che univa le loro anime.
    
    Tommaso si sentì prendere da un empito di commozione e di felicità, che lo prese alla gola. Si accostò all’amante che dormiva, dandogli la schiena: avvertì il suo calore, respirò il profumo del suo corpo, il leggero sentore del sesso appena consumato; sfiorò con la punta delle dita la sua pelle sudata e all’improvviso il desiderio tornò ad urgere dentro di lui. Il cazzo gli schizzò ritto e Tommaso, addossatosi alla schiena di Rodolfo, glielo spinse agevolmente tra le chiappe sudate, trovando subito il buco untuoso e ancora aperto. Lo penetrò senza incontrare resistenza e si sentì subito avvolgere dalla mucosa vellutata del retto.
    
    L’altro non si svegliò, perso in chissà quale sogno voluttuoso, ma ronfò con leggero grugnito, premendo il bacino contro l’inguine di Tommaso, come a farsene entrare ancora di più.
    
    Bisogna dire che non sbagliavano di molto i pettegolezzi dei bassifondi a chiamarlo la “marchesa di Culfiorito”, ingordo come era di prenderlo. Mentre Rodolfo continuava a dormire, Tommaso prese a fotterlo con una voga lenta all’inizio, ma sempre più pressante, via via che il piacere ribolliva nei suoi coglioni. Stava per raggiungere l’orgasmo, quando Rodolfo si girò sulla pancia, tirandoselo addosso e permettendogli così di portare a termine il suo compito col maggior agio e il maggior godimento possibili.
    
    “Porcellino…”, mormorò affettuosamente con la voce ancora impastata di ...