1. La fame – 1


    Data: 28/07/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Lesbo Racconti sull'Autoerotismo, Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu

    ... l’esterno delle sue labbra, che iniziavano ad inumidirsi, mentre le sue guance avvolgevano già quella vivanda, elevata al rango di oggetto di piacere.
    
    Fosse venuta, forse, avrebbe abbandonato le sue intenzioni iniziali: il suo cuore batteva forte, spingendo il sangue verso il suo basso ventre. Non avrebbe voluto cambiare idea – la prospettiva di accogliere nel suo culo quell’oggetto l’attraeva troppo.
    
    Negli ultimi attimi di lucidità, si spostò in un angolo della stalla, dietro ad un box, in modo che nessuno, entrando, avrebbe potuto vederla – almeno, non subito. Abbassò leggermente i pantaloni e le mutandine in un colpo solo, il cui elastico, che prima avvolgeva i suoi fianchi, finì coll’abbracciarne le cosce. Mentre un vento leggero sferzava la pelle del suo sedere ben tornito, la mano che prima stuzzicava la sua intimità, ormai completamente bagnata, si posizionò contro la sua rosellina premendo piano, con movimenti circolari, per prepararla alla penetrazione.
    
    Piegandosi in avanti, appoggiò una guancia contro la parete di legno del box dietro cui si era nascosta, graffiandone leggermente la pelle. Guardò la sua carota: era coperta interamente di saliva densa, che gocciolava lentamente tra le dita. Sporse il sedere all’infuori; alla stessa maniera con cui quel ragazzo era stato dietro di lei con il suo membro turgido appoggiato tra le natiche, fece scorrere quel cono arancione lungo la sua fessura, sospirando di piacere. Direzionò la punta, trattenne il respiro e ...
    ... spinse.
    
    Lentamente, quell’oggetto si fece strada dentro di lei, allargandola poco alla volta, vincendo la resistenza che il suo corpo opponeva. Leccandosi le labbra, con la lingua appena sporgente, gemette, fino a quando non fu dentro per metà. Rimase in quella posizione, con gli occhi semichiusi, la mente confusa dal piacere e dal lieve dolore che si procurava poco alla volta di suo pugno. Appena percepì che avrebbe potuto procedere oltre, spinse ancora, portando il suo culo ancora più indietro; la mano libera era appoggiata contro la parete e le dita la graffiavano. Mordendosi il labbro inferiore, portò indietro lo sguardo e valutò la sua opera: tra le sue natiche spuntava la vivanda arancione, alla quale mancava ancora un bel pezzo per entrare completamente.
    
    Quando strinse i denti e iniziò a forzare la parte restante, trasalì al suono della familiare voce femminile che la chiamava dall’ingresso della stalla: “Gaia, sei qui?”.
    
    La ragazza emise un gridolino soffocato: non l’aveva sentita arrivare. Di solito, Amanda annuncia la sua presenza muovendosi rumorosamente – ha un passo pesante, fischietta o mugugna costantemente. Quel giorno era stata silenziosa, oppure Gaia era troppo concentrata sul suo piacere. Così, a causa dell’inaspettata intrusione, la sua carota l’aveva penetrata completamente in un colpo solo, attraversando dolorosamente lo sfintere all’improvviso. Rimaneva fuori, penzolante, soltanto il ciuffo verde.
    
    Rossa in viso, Gaia risollevò in fretta e ...