1. Il solito me


    Data: 27/07/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: Un Tipo Strano, Fonte: EroticiRacconti

    Io non ho mai fatto sesso. Ma lei si sta già spogliando in bagno. Dovrei farlo anch'io? Dubito di poterla penetrare addirittura con il pene sotto i pantaloni. Ti immagini? La vagina riempita del doppio strato: quello del pantalone e poi, più giustamente, quello del mio pene. Beh, forse non sarebbe impossibile con il bastoncino ridicolo che mi trovo tra le gambe. Anzi, a questo punto inizio a pensare che mi converrebbe quasi. Magari non si accorge delle mie vere dimensioni... ma anche no. In fin dei conti è meglio che mi inizi a spogliare, altrimenti poi ci ritroviamo anche peggio: con lei che rientra in camera pronta mentre io, ebete assoluto, che mi imbarazzo per la mia incredibile incapacità di leggere la situazione. Mi ci vedo proprio: seduto sul letto, un po' storto, ma al contempo rittissimo - sia mai che mi veda chino e goffo e storpio come solo io so atteggiarmi - e con le gambe chiuse, tese: simbolo di verginità universale; e con lo sguardo fuggevole, imbarazzato, che si volta a mirare con dissimulato interesse al quadro sul muro: di chi sarà questo capolavoro? e poi alla finestra: ma pensa un po', ci sono i lavori proprio sotto casa... che infine realizza la sua stupidità quando lei entra, con eleganza, con trasporto, con i capelli mossi e rossi e lucenti e delicati, con un sorriso tenero sul volto pieno di quella grazia femminile assetata di sesso che io non ho mai visto prima d'ora ma in questo momento proprio la vedo e la capisco lì di fronte a me che sono ...
    ... ancora qui come un deficiente con tutti i vestiti addosso ad aspettare chissà che, e poi con eroticità: con i seni al sole che si illuminano di bronzo, con il monte di Venere più liscio del marmo ma più soffice della lana, con il calore di un corpo giovane, arrapato, sicuro di sé, ed anche bello, insuperbito dal desiderio dolce e frenetico di chi sa che ha già davanti la sua preda prescelta: e già se l'è pregustata tutta, nella sua ingenuità, nella sua indelibata effervescente, che è poi la sua verginità inetta, impratica e puerile, e se l'è sorbita tutta, quella sua preda, nella sua passività inerme. Ed io, sì, sono quell'imbecille che si è lasciato cuccare dal rapace occhio marrone di una ragazza incontrata al bar per sua iniziativa. Ed io, sì, sono l'idiota che ancora non si è spogliato e a breve diventerà il bottino certo delle fauci di una sadica: che ha riconosciuto nella mia insicurezza il velo del masochismo. Ma ciò non corrisponde al vero: io non sono qui per essere dominato. Sono caduto nella trappola, d'accordo. Però non ho perso ancora la mia battaglia. Ed è per questo che ora mi sto togliendo la maglia, e sto slacciando la cintura, e mi sto abbassando i pantaloni, e sto liberando il mio uccellino dalla gabbia. Oh, è proprio minuscolo. Veramente ridicolo. Me lo ricordavo giusto un pelino più grande... mi basterebbe un centimetro in più...
    
    Vabbè si fa quello che si può. Ed eccola lì sulla soglia della camera che viene: sento i passi, scalzi, sul pavimento del suo ...
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