1. Il primo cazzo non si scorda mai


    Data: 25/06/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: violettaselvaggia, Fonte: EroticiRacconti

    Il cazzo mi piace! Ho avuto sempre un ottimo rapporto con il mio e con quello di altri uomini. Il cazzo che cerco tutte le volte che ho voglia di godermene uno, infilato nel mio bel culetto –che piace moltissimo agli uomini che di solito frequento- deve essere bello solido, non più di 18cm, dal colorito roseo e soprattutto sicuro. Vado pazzo per il cazzo degli uomini maturi perché per farlo diventare duro lo devi lavorare con tante accortezze. Accarezzarlo leggermente, leccare la capocchia, prenderlo in bocca, spompinarlo. Il mio cazzo non è lungo, è bello tornito. Quando voglio avere un orgasmo da masturbazione lo accarezzo e faccio leggeri e lenti su e giù per una ventina di minuti prima di dargli i colpi finali e sborrare nell’altra mano o su un bel lenzuolo bianco. Così poi mi lecco il nettare. E’ una goduria specie se nel finale mi accarezzo anche il buchetto o mi infilo un dito nel culo. Mentre scrivo già mi si sta ingrossando e non so se arriverò alla fine di questo racconto senza bagnarmi e masturbarmi. Il cazzo mi piace, quando ne ho uno a disposizione faccio impazzire chi me lo da e magari vuole poi sentire dentro di lui mio. Il primo cazzo non si scorda mai. Non dimenticherò mai il primo cazzo che ho avuto per un una lunga notte tutto per me. Era di un uomo bellissimo, cinquantenne, scapolo, mio vicino di casa. Mi sentivo attratto da lui ed ogni qual volta ci incontravamo ero tentato di fare un approccio, dirgli le sensazioni che provavo. Immaginavo il suo cazzo ...
    ... bello corposo, grosso e lungo con un capocchione roseo e due palle da leccare. Al solo incontrarlo e scambiarci sguardi intensi provavo brividi di piacere e la mia asta subito andava in erezione. Sapevo che lui mi guardava e allora sculettavo per stuzzicare di più il suo interesse per me. Si, insomma desideravo il cazzo di Bruno-questo il suo nome- ma non mi decidevo a dirglielo apertamente. Poi una sera l’occasione fatale. Avevo una gran voglia di essere scopato e di scopare. Ma soprattutto di essere scopato. Ero rimasto in città, solo in casa, i miei erano partiti in gita sociale per due giorni. Più imbruniva più mi tormentavo per la voglia di avere fra le mani, in bocca, nel culo un gran cazzo. Tutto lasciava prevedere che sarei rimasto con la voglia e un finale segantino. Una scampanellata mi riportò con i piedi per terra. Chi poteva essere a quell’ora? Al mio “chi è” la voce robusta, maschia del signor Bruno. Apri senza perde tempo ed era proprio lui: l’uomo da me tanto desiderato ed atteso. Lo feci subito accomodare e gli chiesi come potevo essergli utile. Sicuramente la sua risposta fu bugiarda: “ha per caso da prestarmi una pinza.Mi si è spezzata la chiave nella serratura e devo estrarre quel che è rimasto dentro altrimenti non posso utilizzare la chiave di riserva che porto sempre con me.” Mi diceva queste cose senza togliermi gli occhi daddosso. Non avevo pinze da prestargli e se l’avessi avuta gli e l’avrei negata nella speranza che mi avrebbe chiesto ospitalità ...
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