1. Ora di cena


    Data: 25/06/2022, Categorie: Feticismo Autore: Bea Lin, Fonte: EroticiRacconti

    ... in una coda alta, al fine di mangiare più comodamente: mia madre stava portando i primi.
    
    Ci avventammo sulle gigantesche porzioni di pasta fumante, poi sulle insalatiere piene di risotto. Mia madre si sollevò la vestaglia per liberare il suo gonfio ventre che ricadde sulle cosce e sulla sedia. La parte inferiore era morbida mentre all'altezza dello stomaco era teso come un tamburo.
    
    Io la imitai e con non poca fatica feci scivolare la mia pancia fuori dalla maglietta: mi sorpresi di quanto si fosse allargata. Mia madre sorrise e mi allungò qualche schiaffetto scherzoso sul mio stomaco dilatato.
    
    "Com'è mamma?" chiesi senza smettere di ingoiare grosse cucchiaiate.
    
    "Bellissima amore! Hai uno stomaco sorprendente! Vuoi sentire il mio?"
    
    Poggiai il cucchiaio e con entrambe le mani cominciai a tastare il ventre gravido di cibo di mia madre. Era incredibile!
    
    Lei stava con la schiena poggiata allo schienale, leggermente curva all'indietro ma la sua pancia toccava comunque la sedia nello spazio tra le sue grosse cosce divaricate. Teneva sollevati i seni con le mani per permettermi di toccare tutta la superficie della sua pancia.
    
    La invidiavo, era così grossa e piena!
    
    Sorrisi a mia madre e le dissi che avrei voluto essere grossa come lei, poi mi rimisi a mangiare più veloce di prima.
    
    Venne il momento dei secondi. Mia madre si alzò a fatica poggiando entrambe le mani al tavolo, poi dondolò lentamente con quell'enorme stomaco davanti a sé.
    
    Feci per ...
    ... protendermi verso l'ennesima bottiglia di birra ma non ci riuscii, la mia pancia si era gonfiata fino a toccare il tavolo. Spostai il mio piatto, mi alzai reggendo con una mano la mia grande pancia e aiutandomi con l'altra poggiata sul tavolo. Una volta in piedi usai entrambe le mani per poggiare il ventre sul tavolo, ed infine mi allungai fino alle bottiglie: me ne avvicinai 4, non avevo intenzione di ripetere quella fatica.
    
    Mi rigettai sulla sedia, che sorresse il mio peso scricchiolando. Mi carezzai e massaggiai la pancia con entrambe le mani e notai che il mio ombelico era ora proteso verso l'esterno, spinto dalla pressione. Mi bagnai abbondantemente e mi venne una gran voglia di masturbarmi ma i secondi erano in arrivo.
    
    I piatti si riempirono di arrosti, bolliti, carne alla griglia, purè, salse, tutto annaffiato dalla birra che mi ero avvicinata con tanta fatica.
    
    "Scusami bella..." disse ad un certo punto mia madre "mi devo spogliare o strapperò i vestiti".
    
    Si sfilò con molta fatica la vestaglia e la gettò a terra, poi lentamente fece scivolare le mutande sotto il suo culone e giù per cosce e stinchi, fino a gettarle via con un movimento circolare del piede. Si tolse poi il reggiseno lasciando libere le sue tette giunoniche.
    
    Per me non c'era nulla di strano, viste le dimensioni che i nostri corpi raggiungevano durante i pasti era necessario farlo. Lo avrei fatto anche io ma mi vergognavo di quanto ero bagnata.
    
    "Non vorrai rovinare i vestiti" esclamò mia madre ...