1. Aprile 2020


    Data: 23/06/2022, Categorie: Lesbo Autore: Adelina69, Fonte: EroticiRacconti

    ... afferma la stessa cosa , e ci facciamo una bella risata.
    
    Esco e faccio piano, ormai mi intriga, e l’aspetto mentre lei con il suo carrello affretta il passo e mi raggiunge. Abbiamo le auto parcheggiate vicine, e dopo aver depositato le provviste nel bagagliaio le dico”aspetta che ti aiuto a caricare la spesa”.
    
    Dalle chiacchiere fatte durante la fila, ho intuito che non deve abitare molto lontano da casa mia, forse solo un paio di chilometri, per cui tento, come una giocatrice di poker, l’apertura al buio.
    
    Dico, “certo, ci fosse qualche bar aperto potremmo andare a prendere un aperitivo, prima di rientrare, ma ora, a meno che non ci fermiamo a scolarci una di quelle bottiglie che abbiamo comprato, da qualche parte imboscate nella campagna,ci tocca tornare a casa.”
    
    Lei mi guarda un po’ sorniona e mi dice, “in fondo chi ce lo vieta, se sai qualche posto, ti seguo e lo facciamo”.
    
    Un po’ stupita la osservo e le leggo negli occhi la voglia di trasgredire, la stessa che mi ha catturato nel preciso momento in cui ho visto la sua bella pancetta, una botta di vita in questa situazione grama.
    
    Le dico di seguirmi che un posto forse c’era.
    
    Dopo aver percorso un po’ di strada, avvicinandomi verso casa, faccio una deviazione, in una stradina che conduce in uno spiazzo in cima ad una collina, in mezzo a delle case abbandonate, in quella che un tempo doveva essere una fattoria popolata da contadini, lavoratori a mezzadria per qualche latifondista locale, finito in ...
    ... disgrazia come tutti i grossi proprietari terrieri dell’epoca.
    
    Parcheggio e lei che mi ha seguito si ferma di fianco a me, scende dalla sua auto con una bottiglia di prosecco in mano, apre lo sportello del passeggero e si mette a sedere.
    
    Mi porge la bottiglia,” stappala che brindiamo”.
    
    Il tappo viene via in un men che non si dica, e gliela porgo, “a te l’onore”.
    
    Ne beve una lunga sorsata, e poi me la ripassa, anche io ne faccio una lunga sorsata dicendo “alla nostra e al coronavirus”.
    
    Poi poso la bottiglia e lei con un balzo mi si avvicina , mi mette la lingua in bocca e iniziamo a limonare duro.
    
    Ci palpeggiamo e ci baciamo come due liceali, per qualche minuto, ma poi mi accorgo che ha voglia di essere leccata, che quello è il suo unico pensiero, ma a modo suo è un po’ pudica, non ha ancora trovato il coraggio di allungare una mano, di toccare quello che più di ogni altra cosa vorrebbe sentire.
    
    Allora mentre la bacio, le slaccio i pantaloni, e abbasso la cerniera, e glieli sfilo fino a metà delle cosce, e poi appoggio la mano sul suo sesso, infilandola sotto alle mutandine, nere, setose e raffinate.
    
    Sento che è depilata, e tutta bagnata, la sua passera è carnosa, il monte di Venere rigonfio e paffuto,
    
    cerco il clitoride in mezzo a tutto quel mondo misterioso, e lo trovo, lo sfrego e lei inarca il bacino, mettendo in mostra tutta quell’opulenza che avevo intuito sotto al maglione.
    
    Ora sento che anche lei si è messa a trafficare con i miei jeans, e dopo ...