1. Come mi piace


    Data: 15/06/2022, Categorie: Sentimentali Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Si dice che tutto il mondo è un palcoscenico, e gli uomini e le donne sono soltanto attori. Hanno le loro uscite, come le loro entrate e nella vita ognuno recita molte parti.
    
    Quindi quale miglior occasione di Halloween per interpretare una parte o, forse, essere me stessa.
    
    Io adoro essere una donna, tra l’altro pure sexy, non lo dico io, ma gli altri. Ma, una volta ogni tanto, vorrei essere un uomo per poter dire ad alcune ragazze quanto sono belle e come vorrei baciarle, e si anche come vorrei passare una notte con loro. Spesso mi rifiutano. Alcune, per assurdo, mi dicono che si fidanzerebbero con me, se non fossi donna, maledizione.
    
    Ho deciso, questa sera, solo per questa sera, mi chiamerò Andrea. Lo so probabilmente nessuno mi crederà, ma provare non costa nulla.
    
    Per farlo però mi devo travestire, devo assumerò almeno una parvenza maschile e con questi lunghi capelli non vado da nessuna parte. E’ ora di darci un taglio. Prendo il rasoio elettrico, un paio di forbici e un pettine. Le ciocche di capelli cadono velocemente sul pavimento. Forse devo fermarmi. No devo completare l’opera. Con il rasoio elettrico creo delle sfumature ai lati. Mi guardo allo specchio, corto e sbarazzino, mi piace. Decido di tingerli di nero, e aspetto due ore che la tintura agisca.
    
    Ora devo pensare al vestiario, per fortuna mio fratello non c’è. Posso rubare le sue cose. Per prima cosa decido di non mettere il reggiseno, tanto sono piatta. Ora vediamo cosa posso ...
    ... indossare.
    
    Cominciamo con una cosa classica, mi attira una larga camicetta bianca. La indosso, un po’ stropicciata, fico. Slaccio due bottoni. Ora il sotto, ma beh li posso mettere delle normalissime mutandine, però mi balena una idea assurda. Torno in camera mia e rovisto nel comodino accanto al letto. Afferro un oggetto, ma poi penso è troppo grosso. Rovisto ancora. Trovato. Prendo le cinque, me lo allaccio intorno alla vita. E’ uno stra-on color carne di 15 cm, e me lo infilo nella mutande. Già penso che sia una cosa idiota, è scomodo, ma non desisto dalla mia idea.
    
    Torno in camera di mio fratello, ora come completo l’opera. Mi cade l’occhio sul suo gessato d’armani, di cui è gelosissimo. Prendo i pantaloni, mi stanno un po’ larghi e mi cadono. Noto delle bretelle nere e penso che sia un tocco di classe. Mi guardò allo specchio, mica male. Ora la giacca e delle semplici scarpe nero. Controllo, ancora una volta, tutto allo specchio. Manca qualcosa. Il viso sembra ancora troppo femminile.
    
    Prendo i miei occhiali da vista, poi noto un lucido da scarpe. Stranamente mi viene in mente Charlie Chaplin e mi creo due baffi raffinati, sfioro il ridicolo, ma dai siamo ad Halloween.
    
    E’ ora di uscire, indosso la giacca del completo. Sull’attaccapanni accanto alla porta di uscita, vedo la coppola grigia di mio padre. Dentro di me urlo – “Perfetto”.
    
    La festa di svolge in una villa appena fuori città, immersa in un gigantesco parco, è strano presentarsi da sola, o meglio da solo. Per tutto il ...
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