1. Basta! – Parte 7 (ultima)


    Data: 25/05/2022, Categorie: Erotici Racconti Cuckold Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Zorrogatto, Fonte: RaccontiMilu

    ... rifare!-, ho rimesso tutta la loro roba nell’armadio, tutta per bene e poi sono corsa in camera, a fare i nostri bagagli» Risi divertito, immaginando la sequenza degli eventi: la ‘mia’ Lorellina si dimostrava davvero insuperabile! Verso le otto e un quarto, andammo alla reception e salimmo sul pullman. Mentre viaggiavamo verso l’aeroporto, l’accompagnatore ci ricordò che la legge egiziana è implacabile con chi cerca di esportare pezzi di corallo, di barriera, conchiglie o sabbia -oggetti che, a detta di lui, non sfuggono ai portali a raggi X per i bagagli!- punendo l’incauto turista con multe dai seicento ai seimila euro. Un mormorio diffuso accompagnò questa informazione e difatti, quando arrivammo davanti all’aeroporto, molti si precipitarono ad aprire i bagagli ed a estrarre pacchetti e ‘ricordi’ naturali, tanto da riempire rapidamente un grosso contenitore gettacarte. Ripuliti i bagagli dai rischi di pesanti sanzioni, ci accodammo pazientemente per il controllo dei documenti e dei bagagli ed il metal detector per entrare nell’aeroporto: mentre l’addetto a radiografare i bagagli aveva un’espressione annoiata, il poliziotto al metal detector faceva spesso tornare indietro le persone, che a poco a poco si liberavano anche dei più piccoli oggetti metallici; diverso trattamento per le signore che indossavano stivali, costrette a levarseli per farli radiografare assieme ai bagagli. Comunque, alla fine riuscii ad entrare (dopo esser dovuto tornare indietro al metal detector ...
    ... per la fibbia della cintura e l’orologio!) e mi accostai al banco del check-in, trovandomi improvvisamente accanto Gino e Lorella; mi proposero di prendere sedili vicini ed accettai. Quando venne il mio turno, chiesi espressamente un posto nella fila 12 dell’Airbus 320 col quale saremmo tornati, sapendo che le file 12 e 13 sono incomprensibilmente poco amate, a causa della presenza delle uscite d’emergenza. L’addetto egiziano mi guardò con un sorriso ironico e mi chiese: «Perchè, proprio la fila dodici?» «Perchè -spiegai pazientemente- la fila 12 è più larga ed io… -feci un passo perchè potesse vedermi meglio- …con la mia taglia, preferirei volare comodo!» Lui rise, mi fece l’occhiolino e mi assegnò il posto 12A, accanto al finestrino. Dietro di me, Lorella gli fece presente che avevamo fatto amicizia, per cui ebbero il 12B e 12C. Completato il check-in, compilai il modulo per lasciare l’Egitto -accalcandomi su un bancone alla ricerca di una penna- e infine, dopo l’annullo del visto d’ingresso, affrontai un metal detector ancora più feroce di quello all’entrata: stavolta lo superai, essendomi levato TUTTI gli oggetti metallici, nonostante avessi il dubbio che la zip dei jeans avrebbero fatto squillare l’allarme. Poi, ci accampammo nella sala d’attesa, in paziente attesa che le lancette strisciassero sui quadranti fino all’ora del nostro imbarco, chiacchericchiando, curiosando nei negozietti duty free, bevendo un birretta e, fondamentalmente, annoiandoci. Finalmente giunse la ...
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