1. Claudia si scopre intraprendente


    Data: 24/05/2022, Categorie: Prime Esperienze Autore: M_C, Fonte: EroticiRacconti

    ... era sognato affatto. Claudia si era voltata, paonazza, un sorriso che non le aveva mai visto.
    
    “è sempre stata così carina?”
    
    - oh, così, le mie amiche mi hanno tirato pacco e volevo imbucarmi da qualche parte.
    
    Un altro movimento, su e giù, addio le cautele, più profondo, più deciso. Era difficile non mordersi le labbra. Figuriamoci copiare matematica.
    
    “no non è possibile, non voglio crederci. È solo la mia immaginazione. Dai leo, perché pensi sempre queste cose?” però una prova la voleva, sentiva fosse qualcosa più di una vaga sensazione. Si fece coraggio, le appoggiò una mano sul fianco. Quasi per sbaglio, ma la sua presa non lasciava dubbi sulle sue intenzioni.
    
    “che cosa sta facendo…? Mi ha scoperto? O vuole solo essere carino con me? Io non…” Claudia era perplessa. E tremendamente eccitata. Non se lo sarebbe aspettato, non sapeva come reagire. Fece la prima cosa che le venne in mente. Si guardò attorno, tutti erano fuori dalla classe o distratti. Si alzò di qualche centimetro dalla coscia di leo, e vi ricadde, muovendo visibilmente il bacino avanti e indietro, una, due, tre volte.
    
    Era qualcosa più di una dichiarazione. Si era esposta troppo, lo sapeva. Che cosa le era venuto in mente?
    
    Quando si fermò, sentiva ancora ...
    ... la mano di leo sul suo fianco. Aspetta, ora erano due le mani. L’aveva presa per i fianchi. La stava invitando a muoversi ancora.
    
    Ma era immobile, attonita, non sapeva cosa fare. Avrebbe voluto dimenarsi su quella gamba, guardare in faccia leo e confessargli tutto il suo piacere, ma non ci riusciva.
    
    Si alzò di scatto, a malapena guardandolo, lo ringraziò e corse in bagno.
    
    Ansimava forte, era impaurita. “l’ha capito, che stupida che sono stata, che cosa faccio ora?”. Ma non c’era tempo per pensare, la campanella che dava fine alla libertà era appena suonata.
    
    Ad occhi bassi, se ne tornò in classe, evitando di incrociare lo sguardo di leo. Era riuscita a copiare sì e no un solo esercizio.
    
    Le andò bene, la professoressa di matematica non le chiese di mostrare gli esercizi, e le due ore seguenti passarono al ritmo forsennato dei pensieri che le si susseguivano in testa.
    
    Tornata a casa, a pranzo risultò più taciturna del solito, e salutando sgarbatamente i suoi, si chiuse in camera con l’idea di far passare un po’ di tempo dormendo.
    
    Era metà pomeriggio quando si svegliò, con un certo mal di testa e un messaggio sul telefono.
    
    “stavo pensando che potremmo fare insieme i compiti di matematica, la prossima volta”.
    
    Era leo. 
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