1. Prigionia, Capitolo 8


    Data: 18/05/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Autore: Dark, Fonte: RaccontiMilu

    Fuoco.
    
    La città andava a fuoco.
    
    Il castello di Thorgul era su una delle colline attorno alla città, torreggiava lontano e, assieme ai pochi eletti del consiglio, era uno dei posti più ambiti nei dintorni delle mura. Difficile da attaccare, in un posto privilegiato, lussuoso ma allo stesso tempo facile da difendere. Thorgul era al centro di una delle torri d’osservazione, guardava la città che iniziava a cadere. Lo sapevano tutti che stava per succedere, troppe scorribande da quando gli elfi iniziavano ad andare di moda tra chi se li poteva permettere. Troppi predoni che rapivano giovani soldati, elfi, pensava Thorgul, come Evrilith.
    
    Sapeva di non poter restare, e sapeva anche che lui, a differenza degli altri zotici che avevano fatto quel macello, era l’unico in gradi di andarsene dal quel pandemonio. La città stava venendo distrutta, era chiaro, ormai, che avevano mobilitato l’intero esercito.
    
    “Maledette orecchie a punta” Brontolo Thorgul.
    
    Impartì qualche altro ordine alla guardia, dovevano provare a dargli tempo, avrebbe dovuto provare a salvare il salvabile, portando con se gli averi che erano davvero importanti. E poi pensò, naturalmente come fa una persona del suo genere, alle altre proprietà, ai suoi servi.
    
    Krozan, Evrilith, qualche apprendista. Doveva scegliere, aveva pochissimo tempo e non avrebbe fatto in tempo a portare tutto e tutti.
    
    Iniziò a muoversi, sbraitando ordini, le difese del castello gli avrebbero dato abbastanza tempo per riuscire ...
    ... a sistemare i suoi ultimi affari su quella terre oramai maledette dagli sporchi Elfi. Convocò Krozan e lo schierò a difesa del castello, la sua guarnigione, anche se in parte riluttante, rispose ai suoi ordini durante questo ultimo assedio, i pochi sopravvissuti lo chiamarono il giorno del giudizio.
    
    Gli elfi erano tornati a riprendersi ciò che gli avevano portato via con la forza i predoni. I loro fratelli.
    
    E, come stavano sperimentando le creature che facevano parte della città, un elfo determinato a liberare qualcuno dalla schiavitù è una macchina da combattimento tale che da creatura delicata ed aggraziata diviene una macchina da morte e distruzione.
    
    In tutto questo Evrilith era terribilmente combattuta. Dalle finestre del castello vedeva il suo popolo che era venuta a salvarla. Ma dopo mesi di prigionia, doveva ammettere a sè stessa, iniziava a viverla sempre più come il posto nel mondo che non aveva mai ammesso di voler vivere. Vedeva da lontano gli elfi, pensava a cosa aveva, a cosa avrebbe perso. Pensava al suo nuovo Padrone, alle emzioni, al fatto di non poter fare una passeggiata nei boschi da tempo, a dover vivere relegata in una prigione di sesso, punizioni e di amore. A dover portare un collare in ferro. Alla voglia che aveva di sentire il profumo degli alberi, le farfalle che la riconoscevano come una creatura pura…
    
    Una creatura pura. No lei non lo era più.
    
    La verità era che lei amava sentirsi come veniva usata. Amava sentire quel calore e quelle ...
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