1. Riecheggi che rispuntano


    Data: 13/05/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Dopo tantissimo tempo che bramavo, inseguendola e pedinandola per cercare d’ottenere un appuntamento, stavolta in maniera inattesa, fortuita e aleatoria c’ero finalmente riuscito, dal momento che non ci speravo più, meravigliandomi e rimanendo di stucco come non mai. In quella benevola giornata, che giammai scorderò, Caterina in definitiva accettò aderendo appieno, poiché riuscii da ultimo a concordare con lei l’appuntamento, fissato nella circostanza per le cinque del tardo pomeriggio nella gelateria centrale della piazza della mia città.
    
    Per definirla con tutta franchezza e per spiegarla con serena obiettività, entrambi c’eravamo scrutati adocchiandoci solamente per mezzo di varie fotografie, talvolta ci eravamo parlati pure occasionalmente al telefono, in poche occasioni c’eravamo scambiati taluni messaggi di posta elettronica con riferimenti spinti e con allusioni libidinose, ma dopo non accadde nient’altro. Caterina, in verità, era candida, inesperta e novizia in tutti i sensi, una femmina semplice e per nulla stravagante, in quanto non padroneggiava quasi nulla nel piacere sessuale né in quello prettamente e squisitamente sadomaso, pratica genuinamente fra il piacere nel dominare e autenticamente tra il piacere derivante dall’essere sottomessi, né aveva dimestichezza né familiarità né nozioni per quanto riguardava le pratiche di subordinazioni, di servilismi e di coercizioni razionali, ma desiderava unicamente mettersi alla prova e in ultimo saggiarle.
    
    Io, alle ...
    ... cinque di quel pomeriggio, ero già accomodato all’interno della gelateria, abbastanza seminascosto, perché in qualunque modo potevo adocchiare distintamente chi entrava senz’essere notato. In conclusione Caterina accedette, s’accostò al bancone per ordinare, io prontamente m’alzai portandomi a ridosso, poiché toccandole da dietro una spalla la salutai. Io avevo selezionato deliberatamente quella gelateria, in quanto non aveva la specchiera dietro al bancone, sicché m’approssimai all’orecchio bisbigliandole con la voce fioca, ma volitiva, di recarsi senza voltarsi verso i bagni. Caterina compì quell’intimazione all’istante senz’obbiettare né eccepire, intanto che io me la squadravo allorquando procedendo sculettava agghindata con una gonna fino al ginocchio, senza calze e con una camicetta vellutata. Dopo qualche istante la raggiunsi, nel tempo in cui entrai lei cercò di gettarmi le braccia al collo e di baciarmi, tuttavia io l’afferrai lestamente per un braccio, facendola volgere con la faccia verso la parete proferendole solamente:
    
    “Caterina non fiatare, ora sta’ ferma” – furono per l’occasione i miei lineari e stringati vocaboli.
    
    Con la mano iniziai a individuare il suo addome, dopo digradai a ispezionarle il resto. Caterina era alquanto impregnata, introdussi soltanto il dito ritraendolo subito appresso. Subito dopo le enunciai d’accodarsi a me, pagai il dovuto e uscimmo alla svelta dalla gelateria dirigendoci verso un alberghetto poco distante. Il mio intenzionale ...
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