1. La sottomissione della regina salomè


    Data: 12/05/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Salome80, Fonte: Annunci69

    ... gambe leggermente divaricate, gomiti sulla spalliera e schiena inarcata. Mi passò il bicchiere mentre sentivo – appositamente – tutta la sua eccitazione contro la mia natica destra. “Ti piace quello che vedi, F.”?, chiesi. “Sì, mia Regina. Mi piace. Sto impazzendo”, replicò. “Allora”, gli dissi, “se ti piace, leccami. E puoi usare le mani questa volta”. E subito si inginocchiò, mi afferrò le caviglie, mi spostò il perizoma e iniziò a leccarmi dietro con voracità mentre io sorseggiavo quel vino che per la prima volta assumeva un sapore del tutto diverso.
    
    Ero letteralmente in estasi, ma il gioco mi piaceva a tal punto che ordinai a F. di smettere e di risedersi sul divano. Era arrivato il momento di concedermi, seppur brevemente e non completamente. E così iniziai a leccare quel pene venoso e duro come il marmo. Sentivo l’eccitazione accumulata di F. quando cercava di spingere dolcemente la mia testa contro il suo bacino, quasi a zittirmi. Almeno così io percepii quel gesto. Ma non era ancora giunto il momento per Salomè di soccombere.
    
    Mi fermai di scatto, lasciando in sospeso il lavoro iniziato, anche per aumentare il desiderio di me, e mi rimisi sul divano nella stessa posizione di prima. Questa volta, oltre ad altro vino, gli chiesi di accendermi una sigaretta e di passarmela. Continuò a leccarmi il culetto senza sosta, consapevole che avrei potuto cambiare gioco da un momento all’altro; mi conosceva bene, ormai. Lasciai che mi leccasse per parecchio. Mi piaceva. ...
    ... Sentivo la testa leggera, scevra da pensieri; una bellissima sensazione di libertà.
    
    Le ore passavano e ormai ero quasi in trappola: l’eroina stava per essere conquistata. Mancava però un ultimo tassello nel disegno generale che suggellasse il tutto: una metamorfosi, da ‘padrona’ a ‘schiava’.
    
    Tornammo composti per un attimo, profittando anche di una telefonata improvvisa che interruppe la magia, seppur certi che nulla avrebbe potuto rovinare quel momento speciale; il coronamento di una complicità che cresceva di volta in volta e che chissà dove ci avrebbe portati. Lo abbracciai e baciai dolcemente, sulle guance prima, poi sul naso, e poi sulle labbra, e gli sussurrai che da quel momento avrebbe potuto fare ciò che desiderava di me. Si fermò, mi guardò e mi sorrise, e mi disse: “Bene. Preparati”. I ruoli si erano invertiti.
    
    Lo vidi assorto nei suoi pensieri per qualche secondo. Si diresse verso il tavolo e lo spostò davanti allo specchio. In quegli attimi, la mia mente fantasticava e cercava di decifrare cosa pensasse. Avvertii un leggero senso di paura, ma era giusto che anche io giocassi così come aveva fatto F.; e mi fidai.
    
    Mi afferrò per un braccio e mi fece piegare sul tavolo. Mi chiese se avessi del nastro adesivo, quello per imballare scatole e pacchi. Gli indicai dove trovarlo e iniziò a legarmi i polsi e le caviglie alle gambe del tavolo. Per il polso destro si aiutò anche con la sua cintura; per quello sinistro, invece, usò quella dell’accappatoio. Ero ...