1. Io, mia moglie, il dio greco e la trans


    Data: 11/05/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: diklover, Fonte: Annunci69

    ... frullanti l’ho spinta sul divano e ho preso a menarle il cazzo liscio e profumato. Quel palo di carne cresceva nella mia bocca, tanto che mi arrivava in gola senza che potessi prenderlo tutto, allora lo lavorai di lingua. Con la punta leccavo la cappella e poi scendevo giù, poi di nuovo su, mentre le carezzavo le palle.
    
    «Cazzo! Ma sei veramente bravo a fare i pompini! Si vede che ti piace il cazzo».
    
    Io non potevo parlare con il suo pisellone in bocca, ma mugolavo per dire sì. Quando poi le misi un dito in culo mi accorsi che la sua apertura anale era notevole, tanto che potevo entrarci quasi con la mano. Mi eccitai ancora di più, ma avevo la mascella indolenzita e lei sembrava non venire mai. Presi allora a segarla tenendo la bocca aperta sulla sua cappella, lei mise la sua mano sulla mia e aumentò il ritmo iniziando a sospirare. Durammo qualche minuto così ma poi, con un gemito prolungato, spruzzò fuori poco più di qualche goccia di sperma, che io comunque leccai sulla sua cappella. Lucrezia mi fece alzare e leccò le mie labbra condividendo con me il succo del suo orgasmo. Poi si rivestì e rimase a cena con me, iniziando così un rapporto fatto di confidenze, di fantasie sessuali e di confessioni nascoste che in genere non si rivelano, o quasi mai.
    
    Avevo conosciuto una trans ed ero a dir poco sorpreso di quanto la cosa mi avesse intrigato. Non avevo mai pensato ai trans come oggetto di desiderio, ma la bellezza di Lucrezia, il profumo della sua pelle, il modo di ...
    ... muoversi, e soprattutto il suo bel cazzo liscio da più di 22 centimetri mi avevano ammaliato al punto che non potevo più farne a meno. Lucrezia mi confidò di aver fatto la vita e di aver poi raggiunto una certa tranquillità economica. Adesso riceveva non più di 4 o 5 clienti ben selezionati la settimana. Io le proposi dei soldi per smettere del tutto e stare con me, ma lei sorrise e si disse certa che con quei pochi clienti guadagnava dieci volte più di me. Poi mi fece una carezza e mi baciò sulla bocca.
    
    «Non sei ancora al mio livello ma fai dei pompini niente male. Avrai tempo per imparare e migliorarti. E poi voglio sentirti gemere quando ti aprirò il culo con il mio strumento di lavoro, ma non stasera, che adesso devo proprio andare».
    
    Scoppiammo entrambi in una fragorosa risata.
    
    «Allora ho visto giusto, è quello che speri. Ma stai tranquillo, tornerò a trovarti perché mi piaci ed ho voglia di conoscerti meglio. In più cucini molto bene, e mi ripagherai con le tue cene prelibate».
    
    Poi ci scambiammo i numeri di telefono e sulla porta ci baciammo a lungo come innamorati, e la riaccompagnai a casa con la sua testa poggiata sulla mia spalla. Con Lucrezia stavo bene, non mi creava ansie, anzi ridevamo spesso anche senza ragione. Da quella sera ci siamo rivisti altre tre volte. Io cercavo di preparare pietanze leggere e gustose e lei m’insegnava come succhiare un cazzo e far durare a lungo il piacere del maschio. Anche quando mi ha inculato per la prima volta con il suo ...
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