1. Ricordi perversi mai confessati a nessuno


    Data: 10/05/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: MORCO70, Fonte: Annunci69

    Mi chiamo Chiara, ho 35 anni, sono sposata e con mio marito ho gestito un negozio di abbigliamento in centro a Perugia per una decina di anni. Avevamo un bel giro di clienti e le cose andavano bene, fino al sopraggiungere di questa maledetta crisi. Ci siamo visti prima costretti a diversificare l'offerta e poi a licenziare la commessa. E' stato un trauma dover dire a Manuela di restare a casa è stato davvero difficile, era come una figlia. Abbiamo cercato di farla venire solo qualche ora prima, ma non c'era lavoro e i debiti si accumulavano. Poco alla volta abbiamo usato tutti i risparmi sperando che qualcosa cambiasse, che la situazione migliorasse e quindi siamo arrivati ad un bivio. Una sera Marco, mio marito, mi disse, quasi piangendo, "Dobbiamo chiudere Chiara, non c'è altro da fare". La sua voce era resa roca dalla commozione. Io così gli proposi la mia idea: "Guarda" gli dissi "abbiamo ancora il magazzino, potremmo chiedere un prestito fino al valore del magazzino stesso e darlo come garanzia"...cosi facemmo, ma le banche ci rifiutarono il prestito e noi stupidamente ne parlammo con un amico che ci consigliò un suo amico e in breve finimmo ad avere soldi da una non ben precisata organizzazione. Questo ci permise di tirare avanti altri sei mesi, ma la situazione non migliorò. Decidemmo di chiudere.
    
    Marco chiamò l'amico dell'amico, un certo Vittorio, per comunicarglielo e con sua grande sorpresa si senti dire che ora l'importo che dovevamo era il doppio di quello ...
    ... iniziale.
    
    "Perché?" gli chiesi, "gli accordi non erano questi". Marco rispose "gli accordi erano che dovevamo restituire il denaro entro sei mesi e i sei mesi sono passati!".
    
    Non sapevamo che fare e facemmo finta di niente, forse non volevamo accettare la situazione. In casa non ne parlavamo e intanto avevamo ricominciato a vendere, la situazione forse sarebbe migliorata.
    
    Non fu cosi! Non ci diedero tempo e una sera mentre Marco chiudeva la serranda, una mano blocco il suo gesto. La serranda si rialzo per un breve lasso di tempo, quello che bastò per fare entrare tre uomini. Ricordo che li definii subito come grossi ma non grassi, poi quando si avvicinarono capii che erano culturisti. Mentre parlavano li osservai e due di loro erano davvero carini "Caspita che belli quei due!" Pensai e intanto mi avvicinai per udire cosa volevano.
    
    "Buonasera, sono Vittorio" disse in modo autoritario il più brutto dei tre ed era veramente brutto. Lo guardai in volto e scoprii che ad intimorirmi non era solo il nome ma anche il volto stesso, non c'era nulla di particolare se non una serie di cicatrici dovute all'acne giovanile che lo rendevano inguardabile.
    
    "E' ora di pagare il debito" continuò, "non posso aspettare oltre, sono passati ormai 9 mesi e sono stanco di sentirmi dire che me li darai domani". Mio marito mi guardò e capii che non mi aveva detto nulla delle richieste che gli erano state fatte.
    
    "Possiamo vendere il magazzino e darvi il ricavato, ma cosi facendo non ...
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