1. Siamo figli di Mazinga


    Data: 08/05/2022, Categorie: Sentimentali Autore: Vandal, Fonte: EroticiRacconti

    Siamo figli di Mazinga
    
    Noi che siamo figli di Mazinga. Ma anche di Goldrake, Daitarn III, capitan HArlock e ken il guerriero. Noi che veniamo da quell'epoca di giovani reduci dei film Disney che ha trovato nuova linfa vitale nei cartoni animati giapponesi.
    
    Noi che si andava a scuola e si discuteva di quei robot giganteschi con armi fantastiche e nemici temibili. Che si facevano mille avventure nella testa immaginandosi a guidare la Match Patrol, a pilotare il Brain Condor o il Jet Scrander, a gridare ‘Miwa lanciami i componenti’, ad immaginarci al fianco di ‘un pirata tutto nero che casa solo ha il suo velier’
    
    Cartoni animati(anime come avrei scoperto anni dopo), che si distinguevano per messaggi di libertà, uguaglianza ma anche di violenza che tanto aveva indignato i genitori dell’epoca
    
    Goldrake fu il primo: amore a prima vista, la novità, l’evasione ai film buonisti come la Sirenetta, Pinocchio o Cenerentola. Maglio perforante, raggio gamma, attacco solare, i nemici spesso brutti, i robot mostruosi, il pathos per ogni volta che il nostro eroe si trovava in difficoltà e poi, colpo di coda, il nemico era sconfitto
    
    Per le signorine c’era Candy Candy, Peline story, Anna dai capelli rossi. Per noi, tutta un’infinita schiera di robot e astronavi.
    
    Storie del passato, della nostra infanzia.
    
    Per molti di noi, la passione di Goldrake e di tutti i suoi derivati, non è mai sopita, è sempre lì, pronta ad essere rispolverata. Perché è ciò che siamo stati e fanno ...
    ... parte di ognuno di noi
    
    Parcheggio l’auto in prossimità della palestra Ugo Foscolo. Il parcheggio è quasi pieno. Scendo, forse un po’ nervoso e mi incammino verso l’ingresso. Sopra la porta a vetri d’ingresso c’è lo striscione “Siamo figli di Mazinga”, classe 1970. Da dentro rimbomba il frastuono di sigle jap “Vaaaa! Distruggi il male va’” mi saluta la musica quando apro la porta. Dentro, una ventina di persone, tra i quaranta e i cinquanta, che si dimena a luci stroboscopiche neanche fossimo ad un rave con Guetta alla consolle. Ma c’è gente anche più giovane, forse accompagnatori, forse semplici curiosi.
    
    C’è un banco all’ingresso e una tipa con una vistosa maglia aderente bianca con su la faccia di Fujiko Miine. Non è una della mia generazione: avrà 25 anni, i capelli ricci e neri legati a pon pon ai lati della testa, ben carrozzata, che mastica gomma come un mantice. Davanti a sé ha un registro aperto su cui sono annotate delle firme “Ehi vecchio” mi saluta Vecchio? Beh, non ha tutti i torti
    
    “Ehi giovane” ricambio “Devo firmare?”
    
    “Nome, cognome, classe e soprannome” picchietta l’indice sulle pagine
    
    “Parecchia gente stasera” commento
    
    “Mia madre è vicino al posto delle bibite” dice lei
    
    Perché ha sentito il bisogno di dirmelo? “Mi fa piacere”
    
    “Non fare lo gnorri Mauro”
    
    La guardo, aggrotto le sopracciglia “Scusa, sarà l’età ma..”
    
    “Alessia Barbieri, figlia di Sonia Rossi”
    
    “Venus” faccio stupito. La mia fidanzatina delle medie. Dio santo, una figlia ...
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