1. La figlia della mia compagna


    Data: 05/06/2018, Categorie: Etero Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... carezzandomi le spalle, stringendomi forte.
    
    – Oh Flavio, non sai quanto ho atteso questo momento. Mi pareva di impazzire”’. ‘
    
    Ricambiai i suoi baci lievemente. La mia erezione premeva sul suo corpo ma non dubitavo che avrebbe presto avuto sollievo. Volevo lasciare a lei ogni iniziativa, volevo che Debora decidesse i tempi e i modi del suo ‘regalo’. Oramai ogni mia titubanza era svanita, pensavo solo a approfittare, compiacendolo, di quello splendido corpo di donna stretto al mio.
    
    Il respiro di Debora tornò normale e la vidi sorridere maliziosamente sentendo la mia carne contro la sua coscia. La sua mano scese a saggiarne la consistenza e, soddisfatta, mi fece girare sulla schiena salendomi a cavallo.
    
    – Ora lo voglio dentro Flavio, tu non ti muovere, faccio io ‘
    
    Lo impugnò passandosi la punta un paio di volte sulle labbra intime, poi prese bene la mira e scese senza tentennamenti, inghiottendolo completamente.
    
    – OOOHHHHHH FINALMENTEEEEEEEEEE ‘
    
    Una luce di trionfo le brillava negli occhi. Puntellandosi con le mani sul mio ventre accenno un timido movimento di risalita, fin quasi a farlo uscire, invertendo poi il senso di marcia e riempiendosi ancora della mia carne. Lentamente, fino in fondo. La sua micina era stretta, calda. Quando mosse circolarmente il bacino lampi di piacere mi attraversarono il corpo.
    
    Fece tutto lei, veramente, io ...
    ... stetti tranquillo a godermi la cavalcata, i suoi movimenti sempre più veloci, variati, incalzanti. Si buttò sopra di me agitando i lombi e, baciandomi con voluttà. Venne per la seconda volta quasi subito. Il suo viso stravolto dal piacere era rigato di lacrime di gioia.
    
    – Grazie Flavio. Grazie amore mio ‘
    
    La strinsi a me senza parlare, sentendo di amarla profondamente con il cuore piuttosto che con l’uccello. Uccello che restava ben rigido dentro di lei. Non avevo ancora goduto. Se ne accorse e riprese a muoversi sopra di me, con un ritmo diverso, più selvaggio. Se prima era stato l’appagamento di un suo desiderio profondo, ora era solo sesso allo stato puro.
    
    Facemmo l’amore fin quasi all’alba, intervallando con pause in cui restavamo semplicemente abbracciati o correvamo al frigorifero a rifocillarci, complici, amanti.
    
    Venni tre volte, lei non so quante, e la luce del sole mi svegliò, infine trovandomi solo nel lettone.
    
    Debora era tornata in camera sua.
    
    Poco dopo rientrò Lorena, la sentii andare da Debora, restarci qualche minuto prima di venire in camera e qui, trovandomi sveglio, augurarmi il buongiorno con un bacio e un tenero:
    
    – Ti amo ‘
    
    La sera accompagnai Debora orgogliosamente all’altare, consegnandola a suo marito. Bella come una Dea, radiosa, la udii pronunciare i voti tenendomi per mano con Lorena commossa fino alle lacrime. 
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