1. Le due taccheggiatrici – Capitolo 4 – “Cavalcare a tempo”


    Data: 08/02/2022, Categorie: Erotici Racconti Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu

    Ma a Francesca non importò in che modo le avesse parlato il ragazzo: sorridendo e passandosi la lingua tra le labbra, appoggiò le mani sulle cosce calde della sua amante, le lanciò uno sguardo di amore vedendo il suo volto guardarla a sua volta oltre i seni, e poi si avvicinò con la faccia al bocciolo di rosa.
    
    Gli occhi di Marianna si spalancarono ed il suo fiato si fece improvvisamente più profondo quando senti la punta della lingua di Francesca appoggiarsi in fondo allo spacco dei suoi glutei, dove la sborra era arrivata a colare, e poi risalire lentamente lungo il perineo, lasciando una sensazione di umido dove un attimo prima c’era quella di caldo e colloso del desiderio violento degli uomini che l’avevano posseduta. Con un profondo sospiro lasciò che la gravità prendesse la sua testa e si abbassò oltre il tavolo, abbandonandosi al piacere che la sua amica sapeva donarle. Sebbene fino a quel momento avesse vissuto una scopata incredibile, che aveva immaginato solo nei suoi sogni erotici più segreti ed inconfessabili, quell’attimo di dolcezza sperò durasse per sempre, e che nessuno le interrompesse. Qualcuno, in effetti, percepì Marianna con gli occhi chiusi e completamente rilassata, con il cuore che in pochi secondi era passato da centinaia di battiti al minuto a poco più di una cinquantina, sembrava aver voluto approfittare di nuovo della sua bocca, ma parecchi dei presenti gli imposero di non muoversi: di sicuro erano affascinati dallo spettacolo di due simili ...
    ... bellezze che si davano piacere, due angeli che facevano l’amore. Sentì le mani di Francesca staccarsi dalle cosce e iniziare ad esplorare il suo sesso, ad accompagnare la sua lingua nell’accarezzarle l’anima.
    
    I colpi della lingua si susseguivano capaci, ormai inutili per pulire lo sperma che era stato ormai completamente leccato da Francesca, ma indispensabili al raggiungimento dell’orgasmo di Marianna. Nel locale troppo piccolo per contenere tutte quelle persone, il rumore di prima era scomparso e gli unici suoni udibili erano i mugugnii di Francesca mentre suggeva il sapore di Marianna, i sospiri di piacere della ragazza bionda, il mormorio di qualcuno che sembrava commentare ammaliato il lavoro della mora, ed il ritmico sbattere della pelle di diversi cazzi che venivano masturbati in onore del meraviglioso spettacolo.
    
    L’orgasmo assalì Marianna con una violenza che, al confronto, quella degli uomini che l’avevano posseduta come un semplice pezzo di carne con un paio di buchi sembravano carezze. Urlando isterica, strizzandosi i seni, scossa da ondate di piacere che solo una donna può sperare di provare anche un’unica volta in cento vite, un suo piede salì sulla scrivania, facendola letteralmente ribaltare, stordendola, tagliando per un momento ogni collegamento tra la sua mente e la realtà.
    
    Quando si riprese, completamente esausta, era sdraiata per il lungo della scrivania, gettando a terra il bicchiere che conteneva le graffette, ora sparse per il pavimento, ed il ...
«1234»