1. Operette immorali - Puro porno


    Data: 19/01/2022, Categorie: Etero Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    Il bello delle storie di fantasia è che una se le aggiusta come crede. Toglie tutto ciò che può dar fastidio alla narrazione, sfronda, addirittura può dedicarsi a raccontare una e una sola cosa. In questo caso: sesso, puro porno. Eh sì, perché vi avverto: qui si parla di cazzo, di fica, di bocchini, di cunnilingus, ditalini. Di ordini imperiosi e di suppliche tipo "non smettere ora!". Se qualcuno è interessato a cose sentimentali o psicologiche, a discorsi filosofici sul senso della vita, cerchi altrove. Qui l'argomento ve l'ho detto qual è. Solo quello: sex, sex, sex. A costo di essere inverosimili.
    
    La storia comincia che mancherà poco alle quattro di notte. Io e Luca, il mio ragazzo, rientriamo nel villino che abbiamo affittato al mare. E' un villino su due livelli che andrebbe bene per quattro, anche sei persone. Ma a noi piace stare comodi. La serata è stata molto piacevole. E' cominciata con due amici di Luca, una coppia boy&girl, che sono venuti a cena portando della carne strepitosa da fare alla brace. Poi siamo andati in un localino sulla spiaggia, dove siamo rimasti ben oltre l'orario di chiusura dopo essere stati raggiunti da altri tre amici, due ragazzi e una ragazza.
    
    Proprio su questa ragazza gli chiedo informazioni mentre torniamo a casa. Perché a me pareva molto simpatica. Greta, si chiama.
    
    - Con un gin tonic, quattro moscow e le birre prima e dopo a te starebbe simpatico anche un becchino - commenta Luca inaspettatamente acido.
    
    - Ma che fai, ...
    ... mi conti i bicchieri? - rispondo un po' piccata - e poi beveva pure lei, eh?
    
    - E' per quello che ti è sembrata simpatica, allora - dice passandomi un mazzo di chiavi - è peggio di un gatto attaccato ai cojoni. Apri casa che parcheggio, va'...
    
    Ora, io so fare tante cose, eh? Pompini a parte, voglio dire. So pianificare un processo produttivo e discutere a un buon livello della struttura anaforica nella poesia italiana dal '300 a oggi. E anche con la manualità, che non è il mio forte, ho imparato a cavarmela. Il barbecue, per dire, stasera l'ho fatto partire io, mentre i maschi finivano di docciarsi dopo il padel (adesso vanno solo di padel, perché sanno che a tennis con me neanche la vedono). Se però c'è una cosa che proprio non riesco a fare al primo colpo, e neanche all'ottavo per la verità, è aprire sta cazzo di serratura. Ho provato pure con "apriti sesamo", gnente. Ho quasi il sospetto che Luca mi ci abbia mandata apposta ad aprire la porta.
    
    "Allora?", mi fa arrivandomi alle spalle. Mano sul culo. Intenzioni chiarissime. Eh, l'ho capito che hai voglia di scopare, bello. Riconosco il tocco, ormai. C'è quello "tesoro mio", c'è quello "che bel culetto che hai", c'è quello "adesso ti apro come un avocado, spero tu sia d'accordo". Beh, è di quest'ultimo tipo. Se proprio proprio non bastasse, eh, vabbè che gli shorts che ho su stasera sono un po' larghi al cavallo, ok, ma l'intenzione non era quella di farglici infilare il dito. Mi scrollo, mi muovo e lo allontano ...
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