1. Briganti


    Data: 14/01/2022, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... tempo?”, chiese Angelo.
    
    “Devo parlarti.”, rispose Ludovico, carezzando con entrambe le mani il volto amato.
    
    “Aspetta, vieni dentro… sei tutto bagnato.”, fece Angelo.
    
    Lo prese per mano e gli fece aggirare un folto macchione di rovi, oltre il quale si intravvedeva, leggermente più chiaro nell’oscurità circostante, il basso ingresso di una grotta, un rifugio di pastori e briganti, come succede spesso in quelle montagne. Si chinarono per entrare. Dentro la grotta si ampliava ed era rischiarata da un focherello che scoppiettava in un angolo: accanto, uno strato di paglia con sopra alcune pelli di pecora cucite insieme, quale arredo per quel rustico giaciglio. Nell’aria gravava un sentore acre di fumo, di escrementi di pecora, di trasandata sporcizia.
    
    Ludovico arricciò il naso e gli si strinse il cuore al pensiero che l’amato era costretto a vivere in quelle condizioni, ma nascose il disagio e si avvicinò al fuoco.
    
    “Angelo, devo parlarti.”
    
    “Dopo, togliamoci questa roba di dosso, prima, - disse Angelo, cominciando a spogliarsi - mettiamola ad asciugare.”
    
    Dopo un po’ erano entrambi nudi e i loro vestiti appesi a delle stanghe vicino al fuoco. La vista del corpo di Ludovico, morbidamente illuminato dalla fiamma guizzante, eccitò Angelo, che gli si avvicinò per abbracciarlo.
    
    Ma Ludovico si ritrasse con una smorfia:
    
    “Puzzi come un caprone!”, fece.
    
    “E cosa ti aspettavi in questo magnifico appartamento? – gli sorrise tristemente l’altro – Ma a tutto c’è ...
    ... rimedio. Vieni.”, e presolo per mano. Lo trascinò fuori dalla grotta, sotto la pioggia che continuava a cadere incessante, anche se non più con la violenza temporalesca del pomeriggio.
    
    E lì, ridendo come due bambini, si lavarono l’un l’altro, abbracciandosi, carezzandosi, rotolandosi su un minuscolo spiazzo d’erba davanti all’ingresso della caverna. E lì fecero l’amore, sotto la pioggia, con furia, con famelica ingordigia dopo una così lunga e disperata separazione.
    
    Nessuno mi chieda di descrivere quello che successe: fu una frenesia delirante di baci, di carezze, di morsi… e tale era il loro desiderio, che vennero solo a strusciarsi l’uno contro l’altro i corpi bagnati.
    
    Placata la prima urgenza, tornarono dentro la grotta e si sdraiarono sulla ruvida coperta di pelli di pecora, al lieve tepore del piccolo fuoco.
    
    “Angelo, devo parlarti”, cominciò Ludovico.
    
    “Shhhh… - fece però Angelo, poggiandogli un dito sulle labbra – godiamoci questo momento, Vicuzzo mio.”, e avvicinò le labbra a deporre un bacio sulle sue.
    
    Ludovico chiuse gli occhi e in quel momento, scomparvero lo squallore e l’oscurità, scomparve il fetore del fumo e degli escrementi: la grotta si trasformò una sala rutilante di luci dorate, lo strato di paglia divenne un morbido letto con soffici coltri di seta; un dio pietoso, di quelli che un tempo abitavano quelle montagne, li avvolse nella nebbia e li isolò in una bolla luminosa di calore e di felicità. Una bolla di pura estasi tutta per loro. ...
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