1. Da amica a schiava - Continuiamo a giocare


    Data: 12/01/2022, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: PassionBdsm, Fonte: EroticiRacconti

    ... sola, chiamandosi con epiteti come cagna, troia, puttana e così via. La violenza sulle donne, sia fisica che verbale, è da condannare, è vero, ma in fondo stavamo giocando, con io che aiutavo Valeria a raggiungere i suoi limiti e lei che volontariamente esaudiva le mie fantasie. Il BDSM, del resto, non è uno scherzo e bisogna stare attenti a non violare le leggi.
    
    Alla fine giungemmo a trenta, con Valeria che disse, anzi, urlò: - "Ahiiiaaaa! Tr-tr-trenta! La ringrazio, padrone, per aver dedicato il suo tempo a questa stupida schiava indisciplinata! - Detto ciò, si appoggiò sulle gambe e cominciò a massaggiarsi le tette striate di rosso. Notai che gli occhi erano lucidi di lacrime, ma non singhiozzava più come il giorno prima ed aveva imparato a non lamentarsi. Mi chiesi se ormai non godesse più che attraverso il dolore.
    
    A quel punto, decisi di mostrarmi clemente. Senza dire una parola, lasciai andare il frustino e, inginocchiatomi, le liberai invece le mani dai guanti a forma di zampa. Lei ne fu sorpresa e mentre si massaggiava le braccia, si chiedeva cosa volessi fare.
    
    - "Sei stata brava ad accettare la tua punizione, Fuffy. Perciò, voglio essere generoso. Ti concedo il privilegio di toccarti lì sotto, se ne hai voglia. Ma che sia chiaro: ti devi sbrigare, che io non ho ancora deciso se lasciarti venire."
    
    - "Io... La ringrazio, padrone. In effetti, le confesso che sono due giorni che desidero masturbarmi." - Sorrise e, impossibile non notarlo, gli angoli della ...
    ... bocca si incurvarono verso l'alto e nei suoi occhi si leggeva un'ombra d'eccitazione. Mamma mia, mi chiedevo se per caso non fosse lei a condurre il gioco, invece del sottoscritto. In ogni caso, non lasciai trasparire nessuno di questi pensieri.
    
    Rimettendosi a quattro zampe, Valeria si portò la mano alla figa e lentamente cominciò a massaggiarsela. Nel frattempo, mi sedetti sul divano a godermi la scena. Non servì certo che le dicessi come fare: toccandosi la patatina, la mia amica si eccitò sempre di più, sfogando tutta la tensione erotica che, evidentemente, aveva accumulato fino a quel momento. Eppure non eravamo certo rimasti con le mani in mano! Passandosi le dita sulle labbra, le strofinò sul clitoride, che non vedevo da dove ero seduto, ma doveva essere chiaramente eretto come un pene in miniatura. Dalla figa, intanto, cominciavano a gocciolare, sempre più frequentemente, i suoi umori e dalla bocca emetteva inconfondibili sospiri e gemiti.
    
    Poi, ad un tratto, si spinse oltre, infilandosi un dito all'interno. Mantenendolo lì dove si trovava, lo fece andare aventi e indietro, dentro e fuori, sempre più veloce. Non si poteva certo dire che si vergognasse a sditalinarsi di fronte ad un altro. Anzi! Dall'espressione estasiata le piaceva pure. E questo mentre io avevo tirato fuori il cazzo e mi facevo una sega.
    
    Al primo dito se ne aggiunse un altro e, dopo pochi istanti, un altro ancora. Ben tre dita, chissà fino a quante se l'era infilate quando si masturbava. In ogni ...
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