1. Il pipistrello. Atto I, scena IV


    Data: 11/01/2022, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Beinhorn, Fonte: EroticiRacconti

    ... stretta e ciò gli procurava un gran godimento.
    
    Adele venne una seconda volta quasi mordendo la fica della padrona, che a sua volta le diede un sonoro ceffone sulla guancia. L’orgasmo fu ancora più intenso. Le gambe le cedettero e il padrone dovette sorreggerla per continuare a fotterla. Anche Rosalinde era prossima all’orgasmo: senza lasciare scampo alla serva le spinse la testa contro la fica e inarcando un poco il bacino le fece leccare anche il buco del culo. Adele quasi soffocava. Rosalinde venne: “Puttana, bevi tutto il mio succo! Lecca, troia.” E le inondò il volto del proprio piacere. Adele era distrutta, ma stava ancora godendo. Rosalinde, fuori di sé, le diede un altro schiaffo: “Dai, puttana, continua, sei la mia serva, obbedisci!”
    
    Intanto il conte pompava e tratteneva Adele: la scena, con la moglie trasformata come la più sboccata donna di strada e la serva che le leccava la fica, lo spinse in vista del traguardo.
    
    Bastò una manciata di colpi. Poi prese la serva per i capelli e la spinse a terra. “Forza, in ginocchio: questa è l’ultima penitenza”. Adele in ginocchio e prostrata nelle forze guardò il padrone. Rosalinde le si avvicinò le prese la testa tirandola per i ...
    ... capelli e le impose di spalancare la bocca: “Caro, innaffiate di sperma questa zoccola! E tu, guai a deglutire la minima goccia!”
    
    Il conte se lo menava con violenza, non durò molto. Urlando bestemmie a ripetizione con tutta la sua voce spruzzò fiotti di sperma sul volto di Adele.
    
    La serva, ancora tremante e scossa, aveva una maschera di seme: occhi, guance, naso e labbra ricoperti di crema colante biancastra .
    
    Rosalinde le lasciò i capelli per leccare il cazzo del marito ancora congestionato. Lo ripulì e lo lucidò per bene. Poi si voltò e baciò con la lingua Adele che ricambiò.
    
    Le due donne sorrisero spossate, ma in estasi per l’intensità.
    
    “Ora va’, Adele. Te la sei guadagnata, la serata libera” disse la contessa.
    
    “Grazie, madame” e alzandosi con fare incerto si diresse verso il proprio alloggio.
    
    Rosalinde si rivolse poi al marito: “Caro, dovremmo farne più spesso di queste punizioni.”
    
    “E voi, mia cara, siete stata prodigiosa. Vi conosco da tanti anni, ma non avevo mai avuto prova della vostra lussuria!” disse il conte soddisfatto.
    
    “Bene. ora mi ritiro per darmi una ripulita e dovreste farlo anche voi: puzzate come un caprone”
    
    Entrambi risero di gusto allontanandosi. 
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