1. Umiliare il mare


    Data: 08/12/2021, Categorie: Erotici Racconti Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Etero Racconti sull'Autoerotismo, Voyeur Autore: nonoval, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi trascino verso il mare. L’acqua inizia a bagnarmi i polsi. Mi sdraio sul pelo dell’acqua. Il sale brucia le ferite, ma sono troppo stanca per oppormi. Uso quest’acqua per lavarmi. Perdonami, mare, se ti uso così, non sentirti umiliato. Rimango con le onde che mi colpiscono così e perdo di nuovo i sensi, privata di ogni energia.
    
    Apro gli occhi. Il sole entra dalla finestra. Mi guardo attorno, confusa e stordita.
    
    “Buongiorno, bella addormentata.” Una voce femminile mi sorprende. Riconosco il letto su cui sono, o meglio, riconosco il soffitto: è quello dell’appartamento, dove ho sbattuto la testa il primo giorno.
    
    Giro lo sguardo attorno e la vedo: “E io che pensavo di farti un favore, lasciandoti la casa libera. Ero qui dalla mattina, ho sbirciato dentro la stanza: credevo di trovarti assieme qualcuno, di dover girare sui miei tacchi e andarmene in punta di piedi. Invece, guarda te: ti trovo addormentata come un sasso. Hai una minima idea di quanto russi?”. Il viso di Angelica mi fissa allegro.
    
    “Stai bene? C’hai una faccia.” Evidentemente sono sconvolta. Era davvero tutto un sogno? Quando è iniziato? Davvero, è incomprensibile. Ho mangiato davvero i dolci di Alessio? Miseria. Mi gratto la testa, con un’espressione corrucciata in volto. Tasto il mio corpo, in silenzio. Davvero, nessun dolore. Mi tocco la fronte. Ah, ho davvero un bernoccolo. Merda, alla fine ho sempre dormito qui nel letto. Scoppio in una risata incontenibile.
    
    Riprendo fiato, mi asciugo le ...
    ... lacrime: “Sì, sto bene. Ho solo dormito un po’… male. No, cioè. Ho dormito bene, ma davvero ho avuto un incubo assurdo che non puoi capire.”
    
    Scendo dalle scale del letto a castello, non senza qualche fatica. Angelica si scompiscia dalle risate: “Quanto cazzo sei goffa, Lu”.
    
    Mi racconta dello Zio. La moka è già sul fornello.
    
    “Senti, intanto che sale il caffè vado a farmi una doccia. Devo un attimo riprendermi dal sonno”
    
    Mi guarda con un sorriso a settantasei denti: “Certo, si vede che sei rincoglionita”
    
    “Zoccola.”
    
    Mi dirigo verso il bagno. Giro il rubinetto dell’acqua verso il freddo e lo apro. Mi spoglio e osservo il mio corpo: davvero, nessun segno. Mi accarezzo tutta, ancora incredula. Stringo le mie gambe, sfioro la mia intimità, mi palpeggio le natiche, mi passo le dita sulle guance. Osservo il mio volto allo specchio. Sono sempre io, col corpo ancora tutto intero. Entro in doccia, sorridendo. Mi spalmo del sapone liquido sulle mani e inizio a lavarmi. Mi lavo le braccia e il petto, mentre inizia a prodursi della schiuma. Stringo leggermente i miei seni: voglio avere già ora lo stimolo giusto, un po’ di piacere senza orgasmo. Ora che in casa c’è anche Angelica sarà anche più divertente trovare un po’ di eccitazione di nascosto, furtivamente, mentre si gira di spalle per un attimo.
    
    Accarezzo i miei capezzoli: come mi piacciono. Sempre pronti, duri, che svettano, come per richiamare la mia attenzione. I miei polpastrelli li tirano un poco. Incontrano due ...