1. A che serve l'estate - Orfana


    Data: 24/11/2021, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    ... collo, il mio corpo flessuoso. La mia pancia dove gli addominali non sono in rilievo ma basta contrarli un po’ che si sentono. E partendo poi dal basso, magari i piedi saranno normalissimi piedi, ma mi piacciono molto anche le mie gambe affusolate e magre. E poi sì, lei, mi piace lei, la mia fica, quel taglio così netto. Mi sistemo meglio per guardarla e mi metto ad ascoltarla, è come se mi chiedesse qualcosa. Si bagna sempre così tanto quando mi chiede qualcosa. Mi infilo il filtro della sigaretta dentro e come una scema le domando “vuoi fumare?”. Così, davvero, ad alta voce, come se potesse sentirmi. Accendo la sigaretta e soffio fuori la prima boccata. Ok, se mi vedesse qualcuno ora sì che offrirei di me stessa un’immagine indecorosa. Ma poiché sono io da sola che mi guardo nello specchio, mi piaccio anche così. Me lo sono chiesta un sacco di volte e me lo chiedo anche adesso: chissà cosa pensa chi sta per possedermi di fronte allo splendore di questo panorama. Giusto in quell’attimo lì. Come fa a non adorarmi? E poi il mio culo, che adesso non si vede ma che è la perfezione. Sembra fatto apposta per rallentare di poco la corsa della mano che scorre sulla mia schiena, precipita nell’incavo delle reni e risale, frena e indugia lì sopra, su quelle natiche perfette. Magari scorre con un dito nel solco a cercare i miei ingressi.
    
    E’ assurdo, ma in questo momento ho una voglia matta di Magic. Il pensiero di Serena mi ha riportata a lui. E per quanto possa sembrare ...
    ... incredibile persino a me stessa, ho una voglia sfrenata di essere inculata da lui. Di sentirmi presa in quel modo, posseduta, sua. Perché mi sono davvero sentita sua come da tempo non mi sentivo di nessun altro, forse dai tempi di Tommy, quelli belli. O con Edoardo, il Capo.
    
    Ho una voglia terribile di ripensare a Magic, anche a costo di piangere come quella notte in cui scopavo con Serena e ne abbiamo parlato per la prima volta. Come quando lei, per aggiungere altra perversione alle nostre perversioni, mi ha detto “quanto sei troia, non avrei mai pensato di sentirti urlare quelle cose come hai fatto con quel ragazzo”. No, certo, nemmeno io mi sarei mai aspettata di mettermi a gridare ‘inculami!’. E mi è pure piaciuto un sacco. Ma non avrei neanche mai pensato che dopo avere scopato me scopasse pure te! Non me lo sarei mai aspettata che, mentre ci leccavamo via lo sperma che ci avevano spruzzato addosso (“dai bimbe – aveva detto Magic – fateci vedere come lesbicate mentre noi ci riprendiamo un po’ “) tu gli dicessi che non sapeva nemmeno quale onore gli avevo fatto a concedergli “il lato b”. L’hai chiamato così, Serena, mi ricordo. E non mi sarei nemmeno minimamente aspettata di sentirgli dire “e tu a lato b come sei messa?”. E ti ho vista, Serena, la tua faccia ce l’avevo a venti centimetri dalla mia, ho visto la sorpresa e il dolore nei tuoi occhi, ma ho visto anche il piacere. E ho sentito il tuffo al cuore. Ed è da quel preciso istante che invece di sentirmi presa, posseduta, di ...
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