1. A che serve l'estate - Orfana


    Data: 24/11/2021, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    Orfana. E’ la sensazione che provo quando faccio girare le mandate della serratura. E’ la prima volta che torno a casa, da un viaggio più o meno lungo, e non trovo nessuno in casa ad attendermi. Per due giorni sono un’orfana. Sono stanca. Mollo il trolley nell’ingresso rinviando a domani tutte le incombenze. Lavatrice, stendino, tutto… Vaffanculo, ora proprio non mi va. Faccio il giro delle stanze alzando un po’ tutte le serrande. Apro le finestre per far circolare l’aria e scacciare l’odore di chiuso, ma lascio tutto in penombra. Apro la doccia e vado in cucina a prendermi un bicchiere d’acqua, aspettando che, intanto, quella che dovrà lavarmi si riscaldi. Torno in bagno, mi spoglio e mi infilo nel box, decisa a restarci a lungo. La prima cosa che penso, mentre mi bagno i capelli, è che dopo più di un mese stanotte non dormirò con Serena. Prima di arrivare a Termini, ci siamo scambiate nella carrozza un bacio lungo e scandaloso, fregandocene di tutti gli altri passeggeri, perché sapevamo che i suoi sarebbero venuti a prenderci al treno e il nostro vero saluto sarebbe stato prima. Mi sembra di sentirlo ancora sulle labbra, quel bacio.
    
    Ora tutto è ritornato nella normalità, tra noi. Ma non è stato sempre così. Per diversi giorni, dopo la notte folle con Magic e Stefano, non ci siamo quasi nemmeno sfiorate. E non solo perché mi era venuto il ciclo. Sono stata io ad allontanarla, senza quasi rendermene conto. E sempre io l’ho dissuasa dal parlare di quella notte, eludendo le ...
    ... sue domande, a volte facendo finta di non sentirla.
    
    Devo dire che si è dimostrata una persona speciale, Serena. Dopo un più che comprensibile “ma che hai?”, ha scelto l’attesa. Si è semplicemente adagiata accanto alla mia malmostosità, non ha insistito, ha aspettato.
    
    A me non è andato sin dal primo momento di parlare di quella notte. Già dal momento in cui Magic e Stefano ci avevano riaccompagnate a casa. E, anche se a lei questo non gliel’ho raccontato subito, le cose sono addirittura peggiorate tre giorni dopo. Una mattina avevo lasciato il banco del bar sulla spiaggia per andare verso un gruppo di ragazzi che stavano aprendo le sdraio e un paio di ombrelloni. Non li avevo guardati bene, avevo solo notato un po’ di movimento. E mentre mi avvicinavo a loro per farli pagare stavo smessaggiando con una mia amica, Ludovica. Quando sono arrivata a due metri dai lettini l’ho riconosciuta. Anche la ragazza per qualche secondo mi ha osservata con un sorriso, probabilmente domandandosi dove mi avesse già vista. Ma lei è più che giustificata, vede centinaia di persone ogni giorno. Io invece, il più delle volte vedo solo lei. E’ la cassiera della Pam, il supermercatone dove ogni tanto mi manda mamma a fare la spesona con la macchina. Con la motivazione che tanto-tu-non-lavori-e-puoi-organizzarti-meglio-la-giornata. Certo, come no, bella scusa.
    
    Io invece, vi dicevo, sta ragazza l’avevo riconosciuta subito. E immediatamente dopo ho capito dove avevo visto Magic, prima di quella ...
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