1. Dentro di te


    Data: 17/11/2021, Categorie: Lesbo Autore: Yuko, Fonte: EroticiRacconti

    ... note.
    
    Beatrice ora sorride.
    
    Nessuna parola tra noi due, suoni inopportuni a disturbare un’intesa di sguardi e profumi, empatia e sensazioni.
    
    Col mento la invito ad alzarsi in piedi, prendendola per le dita delle mani.
    
    Lei si alza in tutta la sua statura, incerta su un piede solo, ma io ne controllo i movimenti cauti, rassicurandola nel suo equilibrio apparentemente precario.
    
    Si alza e non finisce più di alzarsi. Mi accorgo che è la prima volta che la vedo in piedi.
    
    “Sti ‘azzi!”
    
    Da sdraiata non sembrava così lunga. Pensavo di essere una donna alta e mi imbarazzo quando mi accompagno a donne basse, ma di fianco a questa, mi sembra di stare tra le torri di San Gimignano! Mi sopravanza di cinque o sei dita, almeno.
    
    Vabbè.
    
    La guido lontano dal letto e lei, senza dire una parola, mi accompagna saltellando sulla gamba buona, la musica sta prendendo il sopravvento.
    
    Accenno a qualche passo, e la rossa mi segue. La sostengo con una mano sotto l’ascella e lei prende a danzarmi di fronte leggera come una libellula, un passetto qui, uno là, sul ritmo irresistibile.
    
    Ci fermiamo solo per un attimo.
    
    Mi slaccio il camice e lo butto di lato.
    
    Protetta dall’indumento mi sono potuta vestire comoda e ora sfodero un top molto succinto e aderente e un paio di short da ginnastica che, senza biancheria intima, sono poco più che tatuati sulla mia pelle.
    
    Fucsia, se non vi dispiace.
    
    L’aderenza è tale che… va beh, a voi la lascio immaginare, mentre invece ...
    ... sento il suo sguardo che mi scannerizza i capezzoli, e, più sotto, il profilo preciso della vulva, sotto il monte di Venere. Questi tessuti elasticizzati in quanto a sex appeal fanno miracoli.
    
    Anche lei non scherza, vestita di un pigiamino che, tenendo conto del fatto che siamo in un ospedale, regala comunque ampiamente la possibilità di fare alcune considerazioni semantiche.
    
    La musica prosegue e lei si appoggia al mio sostegno, per potermi seguire nella danza, al ritmo dello swing dei quattro cantanti.
    
    Mentre la fisso negli occhi, la sento divenire più leggera di passo in passo.
    
    Nella mia testa, frammiste alle note del jazz, mi vengono in mente le parole di Gaber:
    
    “Vengo a prenderti stasera
    
    sulla mia torpedo blu…”
    
    Ma nelle cuffiette, risuonano già le suadenti melodie di “Candy”, sempre del quartetto di New York.
    
    Con lo sguardo sono proiettata nei suoi occhi chiari, affascinata, estasiata, rapita, risucchiata.
    
    L’oceano si apre in cristalline trasparenze acquamarina, dai contorni cangianti e ondulati.
    
    Scivolo in un imbuto di sensazioni dentro a quegli occhi cerulei, sento le mie cellule dissolversi in elementi primordiali per consegnarmi a quei fiordalisi in purezza di energia e sentimenti.
    
    Immersa nelle acque della Maddalena, di cala Mariolu, di Sant’Isidoro, riemergo tra le scogliere di granito rosso di Fetovaia, nelle trasparenze di lapislazzuli in cui si immergono i rossi capelli della donna che tengo sulla punta delle mie dita.
    
    Toscana ...
«1234...»