1. Tornavo dal lavoro


    Data: 16/11/2021, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Tradimenti Autore: gabrianna, Fonte: RaccontiMilu

    Era seduto nello scompartimento proprio di fronte a Cristina un giovane di circa trent’anni, robusto con gli occhi scuri, di carnagione scura, ben rasato ma il pelo scuro gli marcava ugualmente il viso e da quando era salito non aveva smesso di guardarla. Cristina si sentiva osservata e non le dispiaceva anche se distrattamente ma più che altro per darsi un contegno tentava di leggere una circolare. Stava rientrando come tutti i giorni da Genova dove lavorava come impiegata in un ufficio postale; ormai era un anno che faceva avanti e indietro ed aveva una certa esperienza di incontri, di sguardi e di proposte, ma questa volta si sentiva come se lo sguardo di quell’uomo la percoresse oltre le ginocchia, le accarezzasse le cosce ed andasse a fermarsi sul triangolo delle mutandine.C’erano altre persone nello scompartimento, una donna ed il marito che ogni tanto irrompeva con una serie di straordinari starnuti, Cristina alzava allora gli occhi dalla circolare, sorrideva appena e mentalmente li contava. C’era anche un altro ragazzo che ascoltava musica in cuffia ed ogni tanto cantarellava a voce bassa. Cristina, come era solita fare quando leggeva, accavallava la gamba sinistra sopra la destra e la gonna bianca le saliva sopra le ginocchia e scopriva le cosce abbronzate. L’uomo che aveva di fronte frattanto aveva aperto, sfogliato e ripiegato disordinatamente un quotidiano; quando Cristina alzava lo sguardo ne approfittava per fissarla ma la donna guardava dal finestrino lo ...
    ... scorrere veloce del mare, poi si risistemò e nell’abbassare gli occhi passò la gamba sinistra sotto la destra, abbastanza lentamente e l’uomo vide tutto l’interno delle cosce fino al bianco delle mutandine. Poco prima di Genova il ragazzo smise di ascoltare musica, si tolse le cuffie, si alzò e presa in alto una grossa borsa le ripose e salutando appena i compagni di viaggio strisciò in avanti la borsa tra le gambe degli altri viaggiatori che si restrinsero per farlo passare, aprì la porta e si avvicinò all’uscita. L’uomo allora si allargò al suo posto e distese le gambe, così aveva di fronte i fianchi di Cristina che premevano sotto la stretta gonna bianca. Cristina alzò gli occhi e lo vide mentre abbassata la testa ed alzati appena i pantaloni sulla gamba sinistra si massaggiava i polpacci indolenziti, lì vide muscolosi e ricoperti di peli, poi lo vide ritrarre la mano e mentre la portava lentamente verso la tasca destra accarezzarsi i pantaloni che mostravano il membro indurito; Cristina raccolse le gambe strette una vicina all’altra e si sentì umida di piacere, lo guardò negli occhi e fu come se le loro labbra si unissero, le loro lingue si frugassero, i loro sessi si toccassero, si sentì trascinata dal calore che le aveva pervaso i capezzoli, bagnato il sesso. Cristina si alzò, prese la borsa, ripose le circolari, si stirò la gonna sul sedere, la tirò sulle cosce, chiese permesso uscì dallo scompartimento, percorse la parte finale del vagone, non c’era più nessuno, si avvicinò ...
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