1. Una mano in aiuto – prima parte


    Data: 18/10/2021, Categorie: Etero Incesti Sensazioni Autore: enea, Fonte: RaccontiMilu

    Note dell’autore: quella che segue è la prima parte di una storia d’amore pseudo-incestuoso tra Lea e Carlo, rispettivamente madre e figlio adottivi. Un incidente in moto li avvicinerà, un’improvvisa erezione li legherà in modo irreversibile. Il racconto è liberamente inspirato dal video Mom’s helping hand, in cui Kit Mercer interpreta i panni della madre adottiva, Codey Steele il figlio infortunato. Resto a vs disposizione su twitter (account @raccontidienea ) e via mail all’indirizzo raccontidienea (chiocciola) gmail.com.
    
    N.B. I protagonisti del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti
    
    Buona lettura!
    
    Quella che andrò a raccontarvi è la storia tra me e Lea, divenuta la donna della mia vita dopo una serie di fatti che hanno segnato la mia vita.
    
    Il mio nome è Carlo, venticinquenne all’epoca dei fatti, figlio di un ricco imprenditore che quasi nulla mi ha fatto mancare nella vita. Dico quasi perchè se da un lato soldi e comodità non me ne sono mancati, dall’altro la sua figura paterna non è stata mai presente in casa.
    
    Lea era l’ennesima donna con cui mio padre aveva tentato di “ricostruire la famiglia” dalle macerie lasciate da mia madre che, stanca delle continue assenze ‘di lavoro’ di mio padre, era scappata via con un altro uomo, abbandonando anche me.
    
    Dopo un via vai di donne negli anni successivi, alla fine mio padre si era presentato in casa con Lea, una splendida donna, allora trentottenne, castana, con un viso angelico, dei meravigliosi occhi ...
    ... nocciola e un fisico atletico.
    
    “Sarà la tua nuova mamma!” – aveva detto con la sua arrogante presunzione.
    
    Non che io ne avessi bisogno, ma per mio padre, dal momento in cui mia madre era andata via, era diventata una priorità trovarmi un rimpiazzo. Desiderava che io trovassi a casa qualcuno ‘che si prendesse cura di me’ per mettere a posto la sua coscenza
    
    Lea era l’ennesima donna a cadere nel tranello di mio padre: credendo di diventare ‘la moglie del cavalier riccaccione’, alla fine si sarebbe ritrovata in casa ad aspettare il rientro del maritino lavoratore ultraimpegnato intento a fare soldi e a salvare il mondo.
    
    A differenza delle precedenti donne avute da mio padre, passato qualche anno, stanca di aspettare, piuttosto che andar via di casa e rifarsi una vita con qualcun altro, aveva concentrato le sue attenzioni su di me, l’unica persona che tornava a casa la sera e che le rivolgesse la parola.
    
    Aveva iniziato a ‘prendersi cura’ di me in modo sempre più maniacale. Mi chiedeva continuamente di chiamarla mamma (cosa che non ho mai fatto), mi faceva trovare la stanza in ordine, e poi la colazione, il pranzo, la cena, i cioccolatini sul comodino, i bigliettini ‘amore della mamma’ nei cassetti… …insomma sarebbe stata la madre ideale per un ragazzino liceale, non per adulto vaccinato e indipendente come me.
    
    Il suo comportamento era al limite della follia: quando ero fuori casa mi tartassava continuamente di messaggi per chiedermi se stavo bene e sapere quando ...
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