1. Quarantena. storia breve.


    Data: 17/10/2021, Categorie: Etero Autore: Mistressedoggy, Fonte: Annunci69

    Era una sera di marzo, da qualche settimana approfittavo del poter rimanere in casa. Non sono certo tra quelli che si lamentano della clausura forzata, anzi, approfitto del momento per godermi il mio letto, in compagnia di lui. Ed ero sul letto in sua dolce compagnia quando, verso le 18, come già accadeva da qualche tempo, si cominciarono a sentire canzoni cantate dalle finestre e i balconi. Così presi la sua t-shirt, me la misi e, poggiando i gomiti sul davanzale, mi affacciai alla finestra, badando a tenere la parte nuda dietro la tenda.
    
    A tempo di musica, inclinata, cominciai a ondeggiare il mio culo dentro la camera, non dovetti aspettare molto e non fui stupita, quando le sue mani lo allargarono e la sua lingua corse dalla figa sino al secondo buchetto. Aveva avuto il necessario tempo per riprendersi, e il suo cazzo puntato contro il mio culo ne era la testimonianza. Ero ancora bagnata dalla sua ultima venuta e non ci fu alcuna resistenza nel prenderlo dentro: andando a comporre insieme una figura più gioiosa e lussuriosa dell'Apollo e Dafne del Bernini. 'Spingilo sino in fondo e stai fermo' gli mormorai, cominciai a contrarre l'orifizio in maniera ritmica, 'lo senti come stringe?', lui rispose ansimando, senza muoversi come ordinato. Così mi allontanai piano, senza farlo uscire e diedi una forte spinta per sentirlo ancora più a fondo, alle mie spalle, dietro la tenda, un gridolino di stupito piacere. Non potei che sorridere placida a un vicino, col quale incrociai ...
    ... lo sguardo in quel momento. 'Fermo', intimai alla presenza nascosta, e di nuovo, stringendolo dentro di me, ripetei altre due volte di seguito tale movimento, le sue mani strette sui fianchi, alla seconda spinta, mi tennero, tirandomi contro di lui che cercava di spingersi ancora più in fondo, mentre una prolungata vocale di piacere usciva dalle sue labbra. 'Vuoi farlo arrivare in gola porco? Domani faccio affacciare te e io sto dietro...', sapevo che cosa avrei ottenuto nel provocarlo così, e infatti lui, dimentico del mio ordine di stare fermo, cominciò velocemente ad affondare ritmico, con quella sicurezza che un uomo ha dopo che lo si fa venire due o tre volte, ormai insensibile alle sirene dell'orgasmo o quasi. Con la mano intrappolai un urlo nella mia bocca, e senti lui ridacchiare, felice di potermi sottoporre a una pena di contrappasso, per la mia abitudine di provocarlo, nel tentare di farlo venire, quando molto eccitato.
    
    I gomiti scivolarono verso giù, così la mia testa, per ripararmi dalla vista altrui. 'Brava, così a novanta...' e nel dirlo mi diede uno schiaffo sul culo, aumentando se possibile il suo spingere. Con le mani stringevo il parapetto della finestra, mentre la mia bocca libera esprimeva, in urla e parole confuse, le mie sensazioni di forte piacere. Da dietro la tenda, lui compiaciuto e sghignazzante mi disse 'vuoi che tutti ti sentano?', senza dimenticarsi di spingere ancora e ancora. Fissando le mattonelle, gli risposi 'lo sanno già cosa facciamo e ...
«12»