1. Elena, la vicina di casa


    Data: 15/10/2021, Categorie: Etero Autore: stuzzicami, Fonte: Annunci69

    Mi chiamo Marcello, impenitente single in carriera, ho 43 anni e abito in una palazzina in un quartiere residenziale di una città di provincia del nord Italia. Sono raramente a casa poiché la mattina esco presto per andare al lavoro in un ufficio del centro e la sera torno poco prima dell’ora di cena al termine della giornata lavorativa, solitamente stanco.
    
    Vivo poco il condominio, non frequento le riunioni condominiali e non partecipo alla vita dello stabile per cui i contatti e le relazioni con i vicini si limitano a sporadici incroci in ascensore piuttosto che a veloci saluti entrando o uscendo dall’androne del palazzo.
    
    Sono proprietario di un normale alloggio al sesto piano, che poi è anche il livello delle mansarde e quindi talvolta capita di incontrare qualche condomino intento a raggiungere la rispettiva pertinenza nel sottotetto.
    
    Ieri sera, rientrando, come sempre dall’ufficio, mi imbatto nella vicina del secondo piano alle prese con un paio di grossi scatoloni, probabilmente da riporre in mansarda.
    
    La signora Elena, è una donna di circa cinquant’anni, a quanto so, divorziata, e vive sola perché l’unico figlio abita a Bologna dove frequenta l’università.
    
    La vedo in apparente difficoltà così le domando se sia tutto ok e lei, che non si era accorta della mia presenza, mi spiega di avere inspiegabilmente problemi ad aprire la porta che dà accesso al corridoio delle mansarde.
    
    Corro in suo aiuto offrendomi di risolvere questo facile problema ...
    ... aprendole la porta e lei mi ringrazia con uno splendido sorriso. La serratura è vecchia e quindi spesso, soprattutto con le chiavi duplicate, occorre fare un po’ di forza per avere accesso alle mansarde.
    
    Sono vicino alla signora e il suo profumo mi penetra nelle nari.
    
    “Che buon odore ha” penso tra me e me.
    
    Elena fa per sollevare uno dei due grossi scatoloni da riporre nel piccolo locale che probabilmente usa come magazzino ma evidentemente il peso non è propriamente alla sua portata.
    
    Ovviamente mi offro di darle una mano e lei accetta di buon grado.
    
    Effettivamente il peso è notevole e mi domando come sia riuscita a portare tali voluminosi e pesanti scatoloni fino a qua.
    
    Riposti entrambi nel piccolo ricovero adibito a magazzino, richiudiamo la porta del corridoio che è proprio d’innanzi all’uscio del mio alloggio.
    
    “Sei stato gentile Marcello, non ci sarei mai riuscita senza di te. Mi dispiace averti disturbato e poi ti sei anche sporcato l’abito con la polvere degli scatoloni spostati in mansarda”.
    
    Naturalmente le dico di non preoccuparsi per così poco, ma lei insiste e anzi mi dice che ci tiene almeno a lavare l’abito sporcato. A mia volta le dico che non è un problema e che, al solito, ci penserà la lavanderia ma Elena non sembra voler sentire ragioni e insiste.
    
    “Facciamo così - le propongo io -. Entriamo un attimo in casa e proviamo a smacchiarlo con un panno inumidito. Se poi sarà proprio necessario lavarlo allora accetterò di lasciarti ...
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