1. A spasso con la Padrona


    Data: 14/10/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: zorrogatto, Fonte: EroticiRacconti

    ... natiche con la mano, mi sono mosso in modo che capisse che non mi dispiaceva, ma che anzi ero disponibile ed il suo commento sprezzante è stato: «Ah! Vorresti anche che te lo mettessi nel culo, eh?»
    
    Con la bocca occupata da un così delizioso fardello, non ho potuto far altro che annuire visibilmente più volte.
    
    Continuava ad incitarmi a masturbarmi, a sborrarmi sulla pancia (se avessi sporcato il letto, me ne avrebbe fatto pentire!), ma a quel punto hanno congiurato troppe cose: oltre al fatto che sono… a lenta combustione (anche quando avevo vent'anni, a fare una «sveltina» non ci mettevo mai meno di venti minuti, con grande gioia delle amiche…), mi stavano succedendo troppe, mirabolanti cose -da vedere, sentire, assaporare, memorizzare!- perché riuscissi ad avere la giusta concentrazione mentale per sentire l'onda dell'eiaculazione alzarsi, incresparsi ed infine esplodere in un vortice di spuma, come un cavallone sulla spiaggia; infine, ho pensato che sarebbe stato ancora più deliziosamente umiliante per me il dover dichiarare che non ce la facevo e che mi arrendevo…
    
    Per un attimo, è stato un momento deliziosamente vanilla: Sally ha fatto (o detto?) un qualcosa di amichevole, incoraggiante ed ho percepito sulla guancia accaldata una breve ma struggentemente piacevole carezza dei polpastrelli della mia Padrona.
    
    Tra noi tre, comunque, era scattata una sorta di simpatia e quando, mentre mi rivestivo, Sally mi ha detto: «Dai, la prossima volta che venite te lo metto ...
    ... nel culo», lo ha detto col tono di chi promette un regalo gradito ad un amico, non la minaccia ad uno schiavo: ci siamo tutti scambiati sorrisi complici.
    
    Alla fine, un momento davvero imbarazzante: quando Sally aveva affrontato la «questione volgare», avevo ricordato con quanti soldi fossi uscito di casa ed avevo chiesto alla mia Signora di imprestarmi la differenza; però, tirando fuori il contante, ho subito visto che la cifra era inferiore! Occavolo! Avevo dimenticato di aver pagato in contanti il pranzo ad entrambi!
    
    La mia Padrona aveva anche lei bisogno di rifornirsi di banconote al bancomat, per cui siamo riusciti, con grande imbarazzo, a mettere insieme solo il novanta per cento della cifra pattuita.
    
    Sally, da vera signora, ci ha sorriso e ci ha detto: «Dai, va bene così…», ma non andava bene a me: se quelli erano i patti, dovevo onorarli! Così le ho promesso che appena usciti da lì, avremmo raggiunto un bancomat, avrei ritirato e poi sarei tornato (subito, non prima-o-poi!) a portargli il denaro mancante.
    
    Lei sorrideva e ripeteva magnanima che andava bene così, ma alla fine, ho messo una mano in tasca ed ho trovato -non nel portafogli: mischiata con gli scontrini e le monete per la fretta di un acquisto al volo!- una banconota dell'esatto importo mancante e così ho potuto onorare la mia parte della transazione.
    
    Ci siamo salutati, ripromettendoci di rivederci ed abbiamo lasciato il suo quartierino succhiando le caramelle che ci aveva squisitamente offerto ...