1. Silvia cap.2 - Il secondo passo verso l'uromania


    Data: 13/10/2021, Categorie: pissing, Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    Erano la mia femminilità e la mia solita ed innata eleganza ad inebriarlo. Quel mio modo di essere così perfettina e quasi algida agli occhi del mondo, mescolati al mio rigore professionale e personale, erano le motivazioni che lo spingevano a desiderarmi così tanto.
    
    In lui invece io vedevo la fuga da una razionalità e da una normalità che sotto sotto non avevo mai amato fino in fondo. Vista da fuori ero la regina del rigore, mentre nella mia intimità (ed in particolar modo con Franco) ero una mantide assetata di piacere, ma anche una preda da soddisfare.
    
    Quella mattina mi aveva ripresa per essermi presentata in ufficio con i pantaloni.
    
    “Non deve mai più accadere, mi spiace. In questa cosa sono molto rigido”, mi aveva detto.
    
    “Non ti piace? Ho comunque i tacchi”, gli avevo risposto quasi giustificandomi anche se dentro di me non comprendevo il motivo per cui lo stavo facendo. Il pantalone a sigaretta che indossavo peraltro era così attillato da mettere in vista perfettamente le mie forme.
    
    “Sei molto bella, ma sai le regole che ti ho chiesto di osservare”, aveva concluso facendomi capire che il nostro tempo era finito per quel momento.
    
    Me ne ero andata e avevo pensato a quelle “regole” di cui aveva parlato e mi ero chiesta come ero potuta finire in un labirinto simile dal quale non riuscivo ad uscire. Certe volte lo odiavo, eppure non riuscivo a distaccarmene.
    
    Esattamente sei ore dopo avermi ripresa, quella sera stessa mi aveva condotta in uno dei ...
    ... ristoranti di lusso della città e mi aveva offerto una cena sontuosa a base di pesce e champagne. Avevamo bevuto parecchio ed eravamo tornati a casa sua in taxi. Lui era molto elegante, in giacca e cravatta, ed io lo ero altrettanto. Aveva insistito perché indossassi un vestito particolare, nero, piuttosto corto e con le maniche a tre quarti, che aveva scelto personalmente tra le mie cose. Era un periodo caldo ed avrei sicuramente potuto uscire senza le calze, ma per lui sarebbe stato impossibile da accettare e così lo avevo accontentato, indossando un collant velato venti denari lucidissimo con delle scarpe nere, dal tacco alto, in vernice.
    
    Durante il viaggio in taxi aveva infilato la mano sotto al mio vestito e mi aveva palpeggiato le cosce. Lentamente la sua mano era risalita fino alla mia passera e quando aveva sentito che sotto al collant non avevo l'intimo, mi aveva sussurrato all'orecchio che ero stata brava. Io avevo apprezzato ed avevo iniziato ad eccitarmi, grazie alle sue dita, così avevo aperto le cosce per lasciargli libertà di movimento. Il viaggio era durato venti minuti ed io avevo goduto già una volta, prima di giungere a destinazione, faticando a trattenermi dall'urlare. Franco mi masturbava guardando il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino, in modo che l'autista non si accorgesse di nulla.
    
    “Stavo impazzendo”, gli avevo detto appena entrati a casa sua.
    
    “Anche io, te lo posso assicurare”, aveva risposto Franco togliendosi la giacca e gettando lontano ...
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