1. Le avventure di Carmen e Giosuè – Giochi in hotel


    Data: 08/10/2021, Categorie: Erotici Racconti Sensazioni Autore: RobertChevalier, Fonte: RaccontiMilu

    ... a sentirmi una grande porca ed il pensiero che lui sia veramente un cliente ed io veramente una cameriera incontrata per caso colora di trasgressione l’amplesso che tra poco consumeremo. Giosuè, visibilmente attratto dalle mie forme, comincia a toccarsi con sempre maggior insistenza il cazzo fino a scappellarlo completamente. Rimango letteralmente rapita dalla visione della sua cappella enorme, violacea, dura, non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo cazzo ed intenzionata ad andare fino in fondo. Anzi, sentendomi una gran troia già per il fatto di aver lasciato che la situazione arrivasse a questo punto ritorno, mi ritrovo a desiderare fortemente di toccare e prendere in bocca il grosso cazzo anche se qualcuno dovesse vederci. Mentre un vortice di pensieri osceni riempie la mente, quasi avesse letto il mio pensiero, Giosuè con una mano continua a masturbarsi e con l’altra chiama il bar. Lo guardo preoccupata ed incuriosita ad un tempo. “Buongiorno, stanza 123. Vorrei ordinare una bottiglia di prosecco molto freddo”. “Arriva subito signore”. Giosuè mette giù la cornetta e gira la chiave in modo che il cameriere possa entrare. Sono confusa ed eccitata. Da un lato mi vergogno al pensiero che un cameriere possa trovarmi con un uomo nudo in camera intento a farsi succhiare l’uccello; dall’altro la voglia di trasgredire prende il sopravvento. Giosuè non vuole che il cameriere mi riconosca, ma desidera che mi veda intenta a scopare. Così prende dal cassetto i suoi occhiali ...
    ... da sole e li mette sopra le lenti a contatto. Non sono certo invisibile ma, se non altro, il mio sguardo è un po’ oscurato anche per chi dovesse incontrare i miei occhi. È in quel momento che capisco di essere completamente sottomessa a lui, che desidero soddisfare il suo piacere e di non potere, ma soprattutto, non volere tornare indietro. Non potevo negarlo a me stessa. Avevo voglia del suo cazzo, volevo il suo sperma, volevo ingoiarlo golosamente, mi sentivo troia e porca al pensiero di fargli un pompino con ingoio, ritrovandomi con la fica bagnata incredibilmente. Mi si avvicina, mi apre tutta la camicia e la tiene aperta sulla mia pelle, mentre comincia a stuzzicare i miei capezzoli. “Succhia, puttana”. “Fammi vedere come le cameriere sanno soddisfare i clienti”. Bellissimo il suo cazzo, di nuovo tutto per me. Inizio a lapparlo, a suggerlo, a riempirlo della mia saliva. Lo sego con la mano destra come fossi una troia navigata guardandolo negli occhi. Lo sento in mio potere, quell’asta grande, dura, saettante, uno scettro nella mia piccola mano. Mi guarda con occhi pieni di lussuria facendomi capire quanto stia godendo. Le dita della mano sinistra cercano le sue palle, le accarezzano, le strizzano piano per poi cercare il suo sfintere. Non so cosa mi stia succedendo, ma ho una voglia pazzesca di scopare come se non scopassi da una vita. Mentre sono persa nel pompino, bussano alla porta. Toc, toc. “Servizio in camera”. Mi blocco. Ma è una frazione di secondo perché Giosuè ...
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