1. Sex 12 E-spiare


    Data: 27/09/2021, Categorie: Voyeur Autore: Miss, Fonte: EroticiRacconti

    ... Un po’ di sconto te lo poteva fare...”.
    
    Bea fece un altro passo verso Stefano. Quarantene, occhi azzurri, capelli brizzolati e corti, alto... non muscoloso da palestra ma ben piazzato. Cosa si poteva volere di più? E inoltre si era accorta che la guardava, le prendeva le misure. Ora che gli si era avvicinata le aveva anche lanciato nella scollatura un’occhiata nemmeno tanto sfuggente.
    
    “Io credo che se un lavoro è fatto bene bisogna pagarlo”, disse Bea abbassando un po’ la voce, “ed è stato davvero ben fatto”.
    
    “Sono proprio contento...”, rispose Stefano colpito dagli occhi di Bea e da quel tono di voce così improvvisamente sensuale.
    
    "Lei non verifica mai il lavoro che fanno le sue ragazze?", domandò Bea.
    
    “Cioè?”, domandò lui.
    
    “Io ho fatto una ceretta intima...”, rispose Bea avvicinandosi sin quasi a sfiorarlo e abbassando ancora il tono di voce.
    
    “Cosa vuoi?”, le chiese Stefano, un po’ diffidente, “perchè non sembra tu sia qui per il lavoro.…”.
    
    “Voglio vedere se uno della sua età sa darmi quello che un mio coetaneo non mi sa dare”, disse Bea prendendo la mano di Stefano e portandosela sulla coscia, “lei può darmelo?”. Stefano la guardava, sul suo volto non vi era nessuna espressione, come se la stesse studiando, come se volesse capire chi fosse quella bellissima ragazza che si stava dando a lui così facilmente.
    
    “Sei sempre così?”, le chiese infine, non c’era bisogno che lo specificasse, il suo sguardo lasciava chiaramente intendere che la frase era ...
    ... “sei sempre così troia?”.
    
    “Solo quando incontro qualcuno che mi piace molto...”, disse Bea portando la mano dell’uomo sotto la gonna e sobbalzando al contatto con le sue mutandine.
    
    “Sei già bagnata...”, sussurrò Stefano strusciando piano le sue dita sul tessuto inumidito dagli umori. Bea avrebbe voluto rispondere “può essere” ma non ne ebbe il tempo perché lui la baciò afferrandole la nuca e tirandola verso di sé. La mano finì dentro le mutandine e la ragazza si abbandonò a quel possesso.
    
    “Chiudi la porta”, mormorò Stefano.
    
    Bea si diresse alla porta ma fece solo il gesto di chiuderla, in realtà attese che la serratura facesse rumore lasciando però un piccolo spiraglio. Si voltò guardandolo, piegò leggermente le ginocchia e si tolse le mutandine, guardandolo ostentatamente. Gliele lanciò.
    
    “Allora...”, sospirò, “me lo fa vedere cosa sa fare un uomo?”.
    
    “Dammi del tu...”, le disse Stefano stringendo in mano le mutandine.
    
    “Ma così è molto più da maiala, no?”, rispose Bea ancheggiando verso di lui, “da parte mia l’obbligo di mantenere la forma, da parte sua la libertà di scoparmi come meglio crede... Come meglio crede”, disse Bea scandendo le ultime parole.
    
    Vide nel portapenne sulla scrivania la penna di gomma con cui Iolanda le aveva raccontato di essersi masturbata, seduta sulla poltrona di Stefano. La prese e se la portò in bocca, accennando a un pompino.
    
    “Da dove vuole cominciare, Stefano?”.
    
    “Quel magazzino è inquietante…”, disse Iolanda tornando in ...
«1...345...»