1. Romea and Juliet


    Data: 19/09/2021, Categorie: Lesbo Autore: Anna68, Fonte: EroticiRacconti

    Le 17.40...ero in anticipo, come al solito. Di venti minuti, un'eternità. Ci fosse una volta che arrivi almeno puntuale ad un appuntamento: invece il mio senso della puntualità (o la mia insicurezza?) mi faceva arrivare costantemente molto prima dell'orario prestabilito. E' sempre così, a maggior ragione quando sono agitata o nervosa. E agitata e nervosa lo ero, eccome. E adesso che faccio? Sono entrata nel bar, ho iniziato a prendere un tavolo. Ho tenuto gli occhi fissi sul quadrante dell'orologio. Le 17,45, il tempo scorreva lentissimo. Ho consultato l'orologio al polso, quasi per avere conforto, forse quello appeso al muro del bar va indietro. Niente, 17.45. E' arrivato un giovane cameriere, ha sorriso gentile. Ho chiesto un bitter, avrei fatto meglio ad ordinare una camomilla. L'ansia mi divorava, il cuore mi batteva all'impazzata. Stavo ancora combattendo con me stessa, vittima di mille paure e retaggi culturali. Pensavo di essermene liberata, invece erano ancora lì a tenermi stretta tra i loro lacci.
    
    Le 17.51, ancora nove minuti. Non passavano mai. Che poi...non vorrei essere lì; ma cosa ci sono venuta a fare. Ero ancora in tempo per finire il mio bitter, alzarmi, pagare e andare a casa. Potevo trascorrere una serata tranquilla a casa, a oziare sotto un plaid, con una buona pizza, che poi c'era anche “Masterchef” in tv. Una serata tranquilla come tutte quelle che stavo passando da un paio d'anni a questa parte. Cosa ci facevo in quel bar? Non faceva per me. Non avevo ...
    ... mai fatto queste cose. Ma non riuscivo ad alzarmi dalla sedia: avevo lavorato su me stessa, avevo vinto (quasi) tutte le mie resistenze, ed ero ad un passo dal traguardo, non ho voluto gettare la spugna proprio sul più bello.
    
    Le 17.56, mi sono chiesta se lei fosse una ritardataria. E se non fosse venuta? E se non le fossi piaciuta? Magari era già lì fuori che sbirciava attraverso il finestrone del locale. Beh, in questo caso nessun problema, sarei andata a casa dove mi aspettava “Masterchef”. In fondo, me lo ripetevo sempre, non ero mica lesbica; il fatto che ultimamente avessi avuto delle fantasie non significava certo esserlo sul serio. La porta del bar si è aperta, sono trasalita. Non era lei, sono entrati due ragazzi. Lei poi non l'avevo mai vista, nemmeno in foto. Questo mistero era snervante quasi quanto l'attesa; oppure era il contrario, l'adrenalina che scorreva era l'antidoto alle mie serate da single passate in casa, concentrata su un libro, sbirciando la tv e assaporando una pessima cena riscaldata. A letto alle 23, peggio di Cenerentola. E sempre da sola. Oddio, meglio sola che stare con quello stronzo di Alessio; quanto della delusione mi aveva portata lì, in quel bar, dove stavo in quel momento? O è stata l'insoddisfazione per il piattume della mia vita che conducevo, al netto delle colpe di Alessio?
    
    Lo squillo del campanellino che ha segnalato l'apertura della porta mi ha rapita dal bosco fitto dei miei pensieri. E' entrata una donna: eccola, era lei. Lo ...
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