1. Una frusta per giò


    Data: 30/04/2018, Categorie: Etero Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    Le avevo fatto leggere un mio racconto sadomaso, relativo a un mio viaggio a Singapore, dove è ancora applicata la pena della frusta per reati piccoli ma odiosi, dove una breve detenzione o un grossa multa non otterrebbero gli stessi risultati.
    
    A un ragazzino che graffia delle auto in strada con un chiodo, cosa vuoi fargli? Qualche frustata in sulle natiche e, credetemi, non lo farà più.
    
    A una ragazzina (magari benestante e non cleptomane) che viene beccata per l’ennesima volta a taccheggiare ai grandi magazzini, cosa gli fareste?
    
    Parlo di maggiorenni, sia ben chiaro, ma di età che non vada oltre i 26 anni.
    
    E parlo di qualcosa di cui sono molto contrario, ma che accadono con il plauso democratico della gente.
    
    Insomma, la mia amica Giò l’aveva voluto leggere e glielo avevo dato. Alla peggio non mi avrebbe salutato più, alla meglio mi avrebbe chiesto di essere frustata anche lei. Nel mezzo, tutte le sfumature possibili.
    
    - Ti aspettavo, - le dissi facendola entrare.
    
    Mi aveva mandato un sms: Sculacciami, frustami… Meno male.
    
    Entrando non disse nulla, ma quando richiusi la porta si mise in modo che potessi inginocchiarmi e infilarle le mani sotto la gonna. Anche questo era uno dei nostri accordi. Se non indossava le mutandine potevo liberare le mie piccole perversioni naturali.
    
    Non le portava e provai una sensazione bellissima. Sentire le natiche prive di mutandine, fresche, sode e disposte a lasciarsi accarezzare e chissà cos’altro ancora, mi dava la ...
    ... sensazione dell’amore, di quello vero, autentico. Che puoi toccare con mano. Questi preliminari mi sono sempre piaciuti, anche quando ero molto più giovane. Il costruire per gradi la via del desiderio era un piacere sopraffino.
    
    Passai la mano anche davanti, gustandomi non solo il filo verticale di pelo che lei curava particolarmente, ma anche la sua soddisfazione a sentire la mia carezza.
    
    Mi accarezzò il viso stringendomelo al sesso, mentre la tiravo a me con la mano sui glutei. Sapevo che adesso avrei dovuto sculacciarla e frustarla.
    
    - Vieni, - dissi alzandomi. - Sdraiati sulle mie ginocchia.
    
    Lo fece con eleganza e si lasciò subito frugare con le mani sotto le gonne. Provai nuovamente quel senso di piacere che le mani trasmettevano al cervello e che il cervello a sua volta restituivano al pene ordinandogli di gonfiarsi di superbia come un piccione, di vanità come un pavone e di potenza come un falco.
    
    Sarei rimasto ore ad accarezzarla così, ma sentivo che il suo crescente desiderio pretendeva di più. Insinuai le dita tra le natiche e scesi giù fino al sesso. Seguii le pulsazioni come un’astronave attirata da una supernova e in breve avvolsi la vulva con la mano destra. Frenò un sobbalzo, allargò le gambe di più e si abbandonò alla mia perquisizione.
    
    Quello di togliere le gonne a una donna sdraiata sulle ginocchia è un’arte, un lavoro di cesello. Io gliela sfilai in maniera importante, come per farle capire che era giunto il momento del sacrificio. Lei lo capì ...
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