1. Luogo di delizia


    Data: 20/04/2018, Categorie: Erotici Racconti Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Quella sera avevo appena terminato di farmi la doccia, giacché ero sdraiata sul divano con indosso l’accappatoio per guardare la TV nell’attesa che il mio ragazzo ritornasse. Non c’era a dire il vero molto d’interessante da vedere, così ricominciai a pensare alla notte precedente trascorsa con lui, poiché era stata una serata molto inconsueta e strampalata, dal momento che inizialmente sembrava impacciato e insicuro come un ragazzino.
    
    Noi due eravamo assieme da più d’un anno, giacché quella circostanza m’aveva leggermente adombrato e per di più insospettito, poi quando cominciammo a fare l’amore lui sembrava visibilmente sconsolato e triste, così come se gli mancasse qualcosa. Io mi diedi molto da fare nel tentativo di riaccenderlo e di ravvivarlo, però il risultato fu invano. Alla fine gli chiesi che cosa stesse succedendo, però lui non rispose. Nel frattempo qualcuno bussò alla porta, sarà lui pensai, andai a vedere chi fosse, disinteressata e incurante del fatto che la cintura dell’accappatoio si era allentata, scoprendomi così i seni, poi camminando intravidi l’orologio appeso in sala e notai che era ancora presto.
    
    Con il dubbio che forse non era ancora giunto il mio uomo, strinsi la cintura e prima d’aprire scrutai attraverso lo spioncino, però non vidi nessuno, allora aprii con prudenza la porta per vedere meglio e in piedi sullo zerbino c’era una strana creatura, sembrava un polipo. Il suo corpo era cosparso di tentacoli, che s’innalzavano su d’una mezza dozzina ...
    ... di essi, mentre gli altri vorticavano lentamente nell’aria. La parte superiore del corpo di questa bizzarra creatura sembrava un enorme cervello pulsante, con al centro due occhi scuri che riflettevano la luce della casa. In realtà come primo impatto io rimasi atterrita e spaventata, tuttavia avevo una strana sensazione che mi diceva di non avere alcun timore, perché mi venne in modo automatico comportarmi come d’abitudine, quindi lo accolsi chiedendo che cosa desiderasse. Non vidi nessuna bocca muoversi, anzi, non saprei neanche dire se ne avesse una, eppure nonostante ciò sentii una voce profonda e riecheggiante che m’annunciava:
    
    ‘Buonasera Jenny, posso entrare?’.
    
    Come faceva a conoscere il mio nome? In seguito mi resi conto che il polipo non parlava, ma che comunicava telepaticamente e che probabilmente mi leggeva nella mente. In quella determinata circostanza, non so esattamente il perché, tuttavia mi sentivo a mio agio nelle vicinanze di quella creatura e perciò la lasciai entrare. Con più luce attorno vidi che la sua pelle era nell’insieme d’un gelatinoso colore marrone-verdastro, avvolta da una sottile patina d’umidità. Lui come se conoscesse la mia casa da sempre mi condusse in sala, mentre il televisore era ancora acceso e mostrava la pubblicità, con un tentacolo agguantò il telecomando e lo spense, poi m’invitò a mettermi comoda, io mi sedetti mentre lui rimase sui tentacoli. Al presente, ripensandoci, mi rendo conto d’essere stata nervosa o perlomeno non così ...
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