1. 109 – Loretta e lo stupro di gruppo


    Data: 10/04/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Sesso di Gruppo Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Il mio nome è Loretta, ho 28 anni, sono la più piccola di tre fratelli, oltre a me dunque, un maschio di trent’anni e una femmina di trentadue, tutti e tre ancora oggi, abitiamo con i nostri genitori. Mio fratello aveva ottenuto la laurea da medico dentista e assieme a mia sorella, che gli faceva da assistente, con l’aiuto finanziario dei nostri genitori, aprirono un ambulatorio sullo stesso pianerottolo a fianco della porta della nostra abitazione. Ora però vorrei raccontarvi ciò che mi successe quando avevo compiuto da poco i diciotto anni. Sono sempre stata e lo sono ancora oggi, molto ammirata dagli uomini che spesso, sia in ufficio, sia per la strada, mi rivolgono complimenti che a volte sono anche abbastanza pesanti. Probabilmente tutto è dovuto alla mia prestanza fisica, al mio seno abbondante, alle mie forme proporzionate e ben distribuite su un corpo armonioso e invitante. Ho anche un bel sederino che evidenzio con jeans attillati come se fossero una seconda pelle. Torniamo a quella volta in cui successe qualcosa che al momento mi parve quasi drammatico ma che poi riuscii a metabolizzare molto bene e a godermene i frutti.
    
    Erano le diciotto di pomeriggio e tornavo da casa di una mia amica. Il garage dei miei genitori era a circa duecento metri da casa mia e io, dopo aver parcheggiato lo scooter, assorta nei miei pensieri stavo camminando verso casa. A circa cinquanta metri da casa, mi accorsi di non aver posato il casco che distrattamente mi era rimasto in ...
    ... mano, pensai di tornare indietro per andarlo a sistemare nel box ma poi la pigrizia ebbe il sopravvento e decisi così di portarmelo a casa. Attraversai la strada e iniziai a rasentare il muro del mio palazzo, quando mi si fecero incontro due ragazzini, sui diciotto, diciannove anni. All’improvviso essi mi si pararono davanti e uno di loro mi spinse a forza contro il muro. L’altro indietreggiò quasi in mezzo alla strada e si dispose in maniera da poter osservare se arrivasse qualcuno. Il tipo che mi aveva spinto invece, agitava vicinissimo al mio viso un coltellino affilato e con estrema prepotenza mi disse che se non gli davo dei soldi il mio visino avrebbe subito qualche spiacevole cambiamento.
    
    Io lo guardai con uno sguardo comatoso, senza esprimere nessun stato d’animo, poi di scatto feci partire il mio braccio destro dal basso verso l’alto, colpendolo con il casco in piena faccia; fu una botta tremenda, il ragazzo cadde a terra e inizio a mugolare per il forte dolore, piangeva e si teneva le mani sul viso.
    
    L’altro si girò di scatto, vide la scena e si precipitò verso di me, io l’attendevo con fare minaccioso agitando il casco. Lui si fermò titubante, poi scelse di aiutare l’amico a rialzarsi e assieme se la diedero a gambe.
    
    Io ancora con l’adrenalina che mi scorreva nelle vene, con ancora le gambe tremanti, respirando profondamente cercai di abbassare l’affannoso respiro ed entrai rapidamente dentro al portone di casa mia, lo richiusi e mi fermai qualche secondo ...
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