1. L'oggetto del tuo piacere


    Data: 06/10/2017, Categorie: Masturbazione Autore: Cassandra, Fonte: EroticiRacconti

    Eccoci qui. Alla fine hai vinto tu.
    
    Abbiamo fatto una sciocca scommessa e ora che ho perso devo pagare.... Siamo a casa tua. Mi hai spiegato cosa devo fare. Se solo avessi risposto esattamente all'ultima domanda del quiz, avrei vinto io e saresti tu a dover soddisfare le mie fantasie più recondite.
    
    Faccio fatica ad accettare la sconfitta.
    
    "Allora hai capito cosa devi fare?" Mi chiedi eccitato e impaziente come un bambino in attesa di Babbo Natale.
    
    "Sì, certo!" Rispondo seccata.
    
    Siamo seduti uno di fronte all'altra, nudi. Io sollevo la gamba destra e poggio il mio piede sul tuo piccolo pene che prende vita. Dovresti chiedere scusa al tuo pene. Lo hai sempre bistrattato e solo da poco lo hai accettato. La tua ex ti umiliava sempre per la sua dimensione e ti gettava in uno stato di ansia che comprometteva così anche la prestazione. Da quando stai con me, hai finalmente capito che la dimensione non è così importante come si dice, e che un pene piccolo se ben usato sa far godere una donna meglio di uno di grandi dimensioni. Hai preso fiducia, sei diventato un valido amante. Attento ai preliminari, tenero e brusco allo stesso tempo e molto fantasioso. A quanto pare.
    
    Ti accarezzo il pene con dolcezza e penso a ciò che mi hai chiesto di fare. Inizio prendendoti la punta tra l'alluce e l'illice, poi comincio a sfregare, ad andare su e giù prima dolcemente poi con sempre più foga. Non sono sicura di farlo bene, è la prima volta per me. Guardo il tuo volto. Sei ...
    ... soddisfatto e capisco che sto lavorando bene. Allora continuo a lavorare e osservo il tuo viso. Godi come non mai. Da quanto tempo lo avevi desiderato? Il tuo piacere dipende tutto da me e dal mio piede. Questo mi conferisce un certo potere. Rallento solo per vederti implorare. "Continuaaa", mi supplichi, e io ti ascolto. Quanto è durata la mia prestazione non saprei dirlo. Ero convinta che mi sarei stancata, invece devo ammettere che avrei potuto continuare per ore. Quando lo sperma inizia a sporcare il mio piede, sembri quasi afflitto per essere venuto di già. Peccato davvero. Avrei voluto continuare anche io...
    
    "Cazzo!"
    
    Dici in un sospiro…
    
    "Oh no, il mio piede!"
    
    Mi fingo disgustata.
    
    "Lascia fare a me" mi dici stringendo la mia caviglia. Poi guardi l'oggetto del tuo piacere con devozione. Inizi a leccare via lo sperma con parsimonia. Mi lecchi e succhi le dita, poi la pianta e infine la tua lingua mi coccola anche la parte superiore, fino al collo. Mi rendo conto di essermi bagnata molto. Non credevo che la tua fantasia e che l'iniziativa di ripulirmi con la lingua potessero essere così eccitanti. È stato un bene la tua vittoria. Accompagni il mio piede ripulito sul pavimento e ti congedi da me con un bacio. Io mi rivesto e prima di andare via ti dico: "Scarica un altro gioco tesoro, che magari la prossima volta vinco io e sei tu a dovermi soddisfare". "Ma mi sembri comunque soddisfatta. Non ti è piaciuto?" "Molto. Ma tu non hai proprio idea di quella che sarà la ...
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