1. Paradiso


    Data: 06/10/2017, Categorie: Etero Incesti Autore: Diana_Morgan, Fonte: RaccontiMilu

    ... d’Achille.
    
    “Non mi riesce la traduzione di questi tre pezzi!”
    
    “Innanzitutto non sono pezzi, ma terzine”, la corresse Fabrizio con aria saccente ma molto pazientemente.
    
    “Sì, insomma, quel che cazzo sono, come si traducono?”
    
    “E poi non si traducono, ma si parafrasano.”
    
    Nicoletta lanciò al fratello un’occhiataccia. In quel momento Fabrizio la osservò: se ne stava appollaiata sulla sedia della sua scrivania con le gambe incrociate, ai piedi un paio di fantasmini fuxia. Indossava un top aderentissimo, senza il reggiseno e un paio di vecchie mutande di cotone che evidentemente le andavano un po’ piccole, dal momento che ai lati si potevano scorgere i peli pubici. I capelli erano tirati su con un gommino dello stesso colore dei calzini. Fabrizio si sentì malissimo per il pensiero che il quel momento gli attraversò la mente: era eccitato dalla vista di sua sorella. Arrossì violentemente e fece finta di doversi grattare per sistemare il membro che aveva iniziato a premergli sull’elastico dei pantaloni del pigiama.
    
    “Questo per esempio come viene?”, chiese Nicoletta e iniziò a declamare:
    
    “E come quei che con leva affannata
    
    uscito fuor del pelago alla riva
    
    si volge a l’acqua perigliosa e guata,
    
    così l’animo mio, ch’ancor fuggiva,
    
    si volse a retro a rimirar lo passo
    
    che non lasciò già mai persona viva.”
    
    “Innanzitutto devi individuare il verbo della frase principale”, disse Fabrizio cercando di avere la meglio sulle sue sensazioni ...
    ... fisiche.
    
    Nicoletta aveva iniziato a mordicchiare sovrappensiero il cappuccio della penna biro, causando al fratello un altro improvviso, incontrollato afflusso di sangue ai genitali. Poi si voltò verso di lui con un sorrisetto malizioso.
    
    “E se la facessi tu la parafrasi mentre io vado a farmi una doccia? Che ne dici fratellino?”
    
    Il sangue in movimento nel suo corpo cambiò repentinamente direzione salendogli al cervello. Era stufo di essere trattato in quel modo, di essere deriso e sfruttato. Afferrò bruscamente i polsi di sua sorella, costringendola ad alzarsi in piedi.
    
    “Fabrizio… ma che fai?”, chiese lei più sorpresa che dolorante.
    
    Sua sorella avrebbe pagato per tutto quello che gli aveva fatto subire. Per prima cosa si diresse senza lasciarle le mani verso la porta, assicurandosi di averla chiusa a chiave. Erano soli in casa, eccezion fatta per Carolina, ma non sapeva quando i loro genitori sarebbero tornati. Poi le strappò le mutandine, lasciandola a bocca aperta.
    
    “Che… che fai?”, domandò Nicoletta spaventata.
    
    “Zitta, puttana.”, rispose Fabrizio glaciale.
    
    A quel punto finì di spogliarla mentre lei singhiozzava debolmente. Finalmente dei due era lei a sembrare indifesa. La gettò sul letto e la fece mettere a quattro zampe. Dall’astuccio sulla scrivania estrasse un evidenziatore e iniziò a strusciarlo sulla fica di sua sorella, partendo dal clitoride e arrivando più giù, al’imboccatura della vagina, ma senza mai farlo scivolare dentro. Inevitabilmente, lei dopo un po’ ...