1. Passato imperscrutabile


    Data: 16/03/2018, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... sostanza biancastra, mentre i miei occhi silenziosi cercarono i suoi persi nel riflesso onirico di quello che stavo facendo. Una mano scese ad accarezzarmi i capelli guidandomi nel lento movimento coordinato di corpo e labbra, mentre la pienezza del suo cazzo s’introdusse nella mia famelica bocca, in cerca di profondità maggiori e di ritmi più incontrollati. Io diminuii il ritmo serbandolo nel bollore madido della mia bocca, lasciata a digiuno fra labbra tese nell’amplesso licenzioso e scostumato della mia lingua faziosa e indocile, che riandò dalla parte interna assaporandone la sapidità conclusiva della sua esuberante sborrata finale.
    
    “Molto bene, ferma così” – instradandomi con profusione nella corretta direzione della sua faccia mentre mi lambiva in modo appassionato, setacciando con dovizia l’avvallamento attorno con una cadenza attecchente, lievitante e innegabilmente risoluta.
    
    “Che meraviglia, ti prego non interrompere” – bramai io accalorata, durante il tempo in cui un riflusso focoso e palpitante mi permeò, disperdendo e sparpagliando il totale piacere tra quelle labbra tormentate dalla sete accontentandomi appieno.
    
    “Sì, così, avvicinati” – enfatizzò lui, perché guidandomi su d’un fianco s’incuneò dentro di me, riconsegnandomi di rimando la porzione che io gli avevo elargito poco tempo prima.
    
    I suoi famelici tocchi, peraltro inarticolati e indefinibili bighellonarono su quella cute arrossata e discinta, durante il tempo in cui i nostri intemperanti e ...
    ... viziosi corpi si rovistavano esplorandosi a vicenda alla ricerca del foro appropriato, impauriti e turbati nel mulinello di quelle meraviglie affettuose e lusinghiere, perché entrambi eravamo gocciolanti d’inediti e di sfavillanti ghiribizzi, sotto l’espressione vicendevole della completa e lussuriosa cupidigia. M’accorsi ben presto che si stava ricoprendo, sicché ritenendomi assopita mi baciò sul collo senza fiatare.
    
    Per un attimo fui sul punto di fermarlo, di bloccarlo nell’abbraccio di qualcosa che poteva essere originale, malgrado ciò rinunciai.
    
    Facendo finta di dormire bloccai quell’unica goccia di pianto, poiché da svariati anni ero stata incapace di metterla in scena, solamente allorquando ascoltai il botto della porta che si richiudeva alle sue spalle, la lasciai libera che fuoriuscisse. Lei, asociale, infruttuosa e taciturna si gettò verso il nulla, giacché era già notte quando il telefonino risuonò, a rilento estrassi la mano dall’acqua tiepida, svenevolmente infagottata dalla stretta del sonno che stava per invadermi:
    
    “Sì, chi parla?” – parlottai, disinteressata della prevedibilità che potesse udirmi, perché niente m’importava più.
    
    “Mi riconosci? Sono io, non ho potuto resistere e t’ho cercato. Volevo riferirti che quest’oggi è stato tutto incantevole” – intuii, mentre scrutavo le maioliche della stanza da bagno.
    
    “Non ci crederai, eppure ho provato anch’io le medesime sensazioni” – ribattei, fintanto che sbaciucchii disinteressati e inerti iniziarono a ...