1. H.P. : the untold tale – parte 3


    Data: 04/10/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Naughty_Bard, Fonte: RaccontiMilu

    Effettivamente, Tom quella sera continuò a leccare per parecchio tempo, senza trovare la forza di smettere nemmeno per un secondo.
    
    Per tanto tempo si era promesso di non ricaderci più e di dimenticare, eppure eccolo di nuovo al posto che gli era sempre ‘spettato’, la lingua che scivolava avanti e indietro appiccicata alle piante sudate del giovanotto di fronte a lui, dolcemente innamorato e al contempo fatalmente schiacciato dal suo sapore. Harshwood non sapeva se gioire o commiserarsi, d’altronde non poteva essere più patetico di così. Ma che poteva farci? A quelle pulsioni era difficile resistere. Probabilmente l’altro dovette avvertire il tumulto nel suo animo, perché sorrise indulgente e richiamò l’attenzione di Tom schiarendosi la voce.
    
    ‘Ehm.. penso che possa bastare, sei stato proprio bravo’ lascia pure stare lì, che magari mi fa solletico”
    
    Forse per pena o disgusto, Harry scostò i piedi dal volto del suo assistente prima che questi cominciasse a ‘lavargli’ le dita o, peggio ancora, leccare i residui nerastri dei calzini che vi erano rimasti in mezzo.
    
    ‘Posso continuare” fece Harshwood, ma poi si zittì rendendosi conto di quello che stava dicendo.
    
    ‘Così mi sono ridotto” penso sconsolato il ragazzo ‘quasi lo prego di leccare lo schifo che c’è lì dentro”. Era vicino alle lacrime.
    
    ‘Nah, figurati” lo rassicurò Harry ” però puoi continuare ad annusarli se ti va’ piuttosto, perché non mi parli di come ti trovi qui a scuola? Ovviamente escludendo questi ...
    ... nostri giochetti ”
    
    Fu così che, dopo un’iniziale esitazione, Tom e il nostro eroe iniziarono a chiacchierare del più e del meno, poco importava che il primo stesse letteralmente ai piedi del secondo. Quel particolare rapporto non dispiaceva a nessuno dei due e, a meno che l’attendente non avesse la lingua ‘occupata’, non c’era ragione per cui non si potesse parlare quasi come due amici. Per Tom era qualcosa di mai provato. Non suo passato non c’era stato spazio per le chiacchiere: servire i bisogni di suo fratello era stato il suo scopo, senza ricevere mai niente in cambio. Inutile dire che essere considerato gli facesse piacere, si sentiva più a suo agio e metteva più impegno nel dedicarsi al suo padroncino gentile, c’era tutta un’altra passione, un’altra devozione.
    
    Non era difficile prevedere che a quella notte ne seguirono altre simili, soprattutto quando Ron non c’era. Ciò significava meno lavoro per Harshwood (i doveri del giovane verso entrambi i due amici non erano venuti meno), che quindi trovava il tempo da riservare ad Harry. Quest’ultimo si trovò presto anche a ripassare durante la sera, leggendo i libri o gli appunti a voce alta mentre lasciava che Tom baciasse e leccasse, ascoltando la lezione. Studiare stava quasi diventando un divertimento.
    
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    Passarono un paio di settimane, finché una sera Ron non irruppe precipitosamente nella stanza. Aveva il mantello zuppo e l’aria esausta.
    
    ‘Maledetta pioggia, sono sfinito! Voi che state’?’ si fermò ...
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